Covid ad Avellino, ospedali congestionati
tra vecchi disagi e nuove proteste

Covid ad Avellino, ospedali congestionati tra vecchi disagi e nuove proteste
di Antonello Plati
Venerdì 6 Novembre 2020, 08:42 - Ultimo agg. 12:59
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Oltre 120 degenti Covid. L'Azienda ospedaliera Moscati macina numeri da piena emergenza: tra accessi in pronto soccorso (alle 20 di ieri c'erano ancora 16 casi sospetti in attesa) e ricoveri in area Covid, le cifre sono quelle registrate nei mesi più critici dell'epidemia.

Per far fronte alla situazione, si sta facendo leva sull'accordo con le cliniche private: già 7 i trasferimenti, ma nelle prossime ore dovrebbero essercene altrettanti. Dunque, al netto di ciò, in questo momento sono 114 i contagiati ricoverati (ben oltre, quindi, i 103 posti letto previsti dalla Regione). Di questi, 77 sono divisi tra il Covid Hospital di Avellino (7 dei quali in terapia intensiva) e i reparti di Malattie infettive, Medicina d'urgenza e Geriatria. Gli altri 37 sono nel plesso Landolfi di Solofra. Nella cittadina conciaria i malumori per la riconversione (che ha comportato la chiusura di 4 reparti) continuano ad alimentare polemiche. Il presidente del comitato civico «Salviamo il Landolfi», Dario Ferrara, annuncia che sono in cantiere nuove manifestazioni di protesta: «Il nostro ospedale ricorda è diventato Covid: quasi tutti reparti sono stati spostati ad Avellino. Il pronto soccorso resta chiuso e per situazioni di emergenza dobbiamo recarci nel capoluogo. Abbiamo presentato una diffida in Regione: non ci fermeremo assolutamente e sappiamo che al nostro fianco abbiamo i sindaci del comprensorio. Un ospedale che ha 132 anni non può morire così». In programma, come detto, altre iniziative: «Dopo il sit-in, Un fiore per il Landolfi, organizzata in occasione del trasferimento dei primi pazienti Covid, stiamo programmando altre manifestazioni per esprimere il nostro dissenso: ripeto, non abbiamo nessuna intenzione di farci da parte».

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Tornando ad Avellino, anche quella di ieri è stata una giornata piuttosto difficile per gli operatori del pronto soccorso. Gli accessi di casi sospetti e Covid conclamati continuano: arrivano a Contrada Amoretta sia con le ambulanze del 118 sia con mezzi privati. Nessuna soluzione è stata finora trovata per evitare il congestionamento: attorno alle 20 di ieri sera, nella sala Covid del pronto soccorso c'erano 16 casi sospetti in attesa dell'esito del tampone e di un eventuale ricovero. Tuttavia, dopo il sopralluogo di lunedì scorso da parte dei componenti dell'Unità di crisi regionale e della Croce rossa, la direzione strategica dell'Azienda ospedaliera Moscati, ha scartato l'ipotesi di allestire una tenda da campo con una ventina di posti letto.

Che servirebbero come il pane al reparto di Emergenza dove martedì scorso, come noto, tra le 14 e le 17, c'erano sette ambulanze in fila che non potevano sbarellare. A bordo, casi sospetti e Covid conclamati che non potevano essere assistiti perché l'area dedicata ai contagiati era stracolma. 

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Aumentano i ricoveri di Covid anche al Frangipane di Ariano Irpino. Sono 35 in tutto: 13 degenza ordinaria, 3 in subintensiva, 12 in medicina covid e i 7 in terapia intensiva. Generoso Maraia, deputato del Movimento 5 Stelle, ha lanciato sul suo sito web www.generosomaraia.it una petizione per l'ospedale Frangipane. Con la petizione, l'esponente pentastellato chiede di attivare nella vecchia ala del nosocomio arianese la degenza covid e i relativi posti di terapia intensiva e sub intensiva. Firmando, inoltre, si chiede di attrezzare un pronto soccorso dedicato soltanto ai Covid (conclamati o casi sospetti) sempre nella vecchia ala dell'ospedale. «In questo modo sostiene Maraia si terrebbero separati i percorsi Covid dai reparti del Dea di primo livello, garantendo così il diritto alla salute dei cittadini che hanno bisogno di usufruire dei servizi ordinari dell'ospedale». Per aderire all'iniziativa, basta firmare inserendo i propri dati in un apposito modulo predisposto sul sito dell'onorevole. «Le firme fa sapere ancora il deputato saranno poi inviate al sindaco di Ariano Irpino, Enrico Franza, al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al direttore generale dell'Asl di Avellino, Maria Morgante, e al Ministro della Salute, Roberto Speranza.
 

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