Benevento, ospedale Rummo sotto pressione: «Ora cambio di rotta»

«Stop ai tagli di posti letto e ambulatori»

Benevento, ospedale Rummo sotto pressione
Benevento, ospedale Rummo sotto pressione
di Luella De Ciampis
Domenica 7 Gennaio 2024, 12:00
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Le criticità nei reparti «caldi» del «Rummo» persistono e non sono superabili se non si inverte la rotta e non si adottano soluzioni in grado di soddisfare le esigenze dell'utenza. «Occorre rilanciare l'offerta sanitaria dice Guido Quici, presidente nazionale Cimo-Fesmed - perché il governo non può intervenire, come ha fatto nella manovra, solo con l'abbattimento dei tempi d'attesa per le visite. Serve subito invertire il trend dei tagli dei posti letto e degli ambulatori ma, come sempre, bisogna agire a livello nazionale e regionale. Contestualmente, l'Anaao ha chiesto di investire nel Servizio sanitario nazionale, non solo attraverso finanziamenti ma anche con leggi che ne consentano il rilancio per rendere appetibili le professioni sanitarie, con un piano di assunzioni in grado di limitare il disagio, eliminando il tetto di spesa che vincola le assunzioni; aumentando le retribuzioni, prevedendo finanziamenti adeguati per il rinnovo dei contratti; rivedendo il modello contrattuale, con rispetto per le specificità sanitarie; depenalizzando l'atto medico e sanitario; mantenendo i diritti acquisiti, anche con riferimento all'assetto pensionistico. Se non dovessero arrivare risposte esaustive al riguardo, le organizzazioni sindacali dei medici e degli infermieri continueranno a dare battaglia per tutto il 2024. Arriveremo fino in Europa per far sentire la nostra voce e portare Oltralpe la nostra protesta, visto che ci sono anche le elezioni».

Un incremento dei posti letto nei reparti di degenza servirebbe a decongestionare il Pronto soccorso che, secondo gli addetti ai lavori, deve avere la stessa funzione dell'attività dei vigili del fuoco che intervengono per spegnere l'incendio nella fase dell'emergenza.

Allo stesso modo, i sanitari del Pronto soccorso devono intervenire nell'immediato per salvare la vita ai pazienti, stabilizzarli e poi affidarli ai reparti di competenza che, spesso, non hanno posti letto in cui accoglierli. È questa una delle cause principali delle soste di 24-48 ore in Pronto soccorso prima che i pazienti trovino una collocazione definitiva, cui si aggiungono le lunghe attese per smaltire i codici bianchi e verdi che non hanno il carattere della priorità e dell'urgenza. Eppure, gli accessi al reparto dell'emergenza dell'ospedale cittadino, negli ultimi anni, sono diminuiti e non aumentati, passando dagli 80-100 del pre-Covid, ai 50-80 odierni. Serve il personale medico e infermieristico e il necessario supporto territoriale per evitare gli accessi impropri e le difficoltà del momento legate all'aumento di casi Covid e al picco dell'influenza stagionale. 

Tuttavia, c'è chi è convinto che se il presidio ospedaliero di Sant'Agata de' Goti entrasse in funzione a pieno regime, l'utenza della valle Caudina si riverserebbe sul «Sant'Alfonso», liberando, almeno in parte, il «Rummo». È di qualche giorno fa l'intervento del deputato di Forza Italia Francesco Maria Rubano che aveva risposto all'allarme lanciato dal «Movimento civico» di Sant'Agata sulla drastica riduzione dell'organico e sulla mancata apertura del reparto di Oncologia del «Pascale» nella struttura saticulana.

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«Le rassicurazioni del direttore generale Maria Morgante - dice Domenico Parisi, sindaco di Limatola - dopo l'intervento di Rubano sui tempi di attivazione della collaborazione con l'Istituto Pascale di Napoli sono sicuramente positive ma questo, sia chiaro, deve essere solo l'inizio perché l'obiettivo è garantire la piena attuazione del decreto 41/2019 e al riguardo purtroppo non ci sono stati passi in avanti. I cittadini chiedono un ospedale e un Pronto soccorso funzionante. La nuova manovra del governo garantirà fondi considerevoli alla sanità, delineando tra le altre cose un nuovo approccio alla prevenzione, all'assistenza domiciliare e soprattutto alle strutture ospedaliere. Questa è un'ottima opportunità per l'ospedale Sant'Alfonso Maria de' Liguori, importantissimo presidio sanitario per migliaia di persone, che rischia la chiusura a causa di promesse mai mantenute, senza tener conto che la salute dei cittadini deve essere la priorità assoluta». 

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