Nascite, il Sannio «arretra»: continua a prevalere il trend delle culle vuote

In diversi paesi la casella delle nascite resta ferma a quota zero. Nel 2023 si risolleva Ginestra: ai minimi storici in 5 paesi

Una foto d'archivio delle culle vuote
Una foto d'archivio delle culle vuote
di Domenico Zampelli
Venerdì 12 Aprile 2024, 00:00 - Ultimo agg. 08:20
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Tra i tanti scioperi che possono rovinare l’esistenza quotidiana, il peggiore è senz’altro quello delle cicogne. I bambini sono come l’aria che respiriamo: fondamentali per la vita. Ma in provincia di Benevento ci sono diversi Comuni dove il «fiato» è decisamente corto, e il futuro preoccupa di più. Sono quelle comunità che al momento del resoconto 2023 hanno dovuto mettere uno zero per quanto riguarda i fiocchi azzurri o i fiocchi rosa. Paesi in cui il pianto di un neonato diventa un ricordo del passato e una speranza per l’avvenire. Naturalmente la denatalità è un problema nazionale, che non riguarda solo i centri sanniti, ma è da qui che parte il viaggio fra le culle che restano vuote.

Nel Sannio, festa grande lo scorso anno a Ginestra degli Schiavoni. Un ritorno alla vita dopo la pandemia, nel senso letterale del termine: nel 2021 e nel 2022 non c’erano state nascite in paese, poi lo scorso anno sono arrivati due maschietti a ridare fiato alla speranza. Roba da far suonare in festa le campane delle chiese, usanza che sarebbe bello ripristinare dappertutto e in tutti i casi in cui c’è un’abitazione in un paese che accoglie una nuova vita. La casella zero è rimasta ancora così a Ginestra solo per le femminucce, ma l’auspicio è di mettere al più presto qualche numero positivo. Caselle zero nel 2023 anche per quanto riguarda i fiocchi azzurri a Fragneto l’Abate (in paese è nata solo una femmina) e quelli rosa a Sant’Arcangelo Trimonte. Minimi storici di nascite a Reino (2), Castelfranco in Miscano, Pietraroja, San Nazzaro (3) e Sassinoro (4).

Negli anni scorsi la casella zero fiocchi rosa era toccata, oltre che a Ginestra, anche Sassinoro (2019 e 2021), Pietraroja (2022), Castelpagano, Castelvetere in Val Fortore, San Lupo (2020).

Nessun fiocco azzurro, infine, a Puglianello nel 2021 e a Santa Croce del Sannio nel 2019. Il dato tendenziale è comunque chiaro, con la pandemia che ha fatto da acceleratore: basti pensare ai numeri totali, che vedevano prima del Covid una media di nascite a livello provinciale che si aggirava intorno a quota 2.000, mentre lo scorso anno il contatore si è fermato sotto la soglia 1.700. Destinata a scendere ulteriormente per colpa della crisi, della poca fiducia nel futuro e, soprattutto, dell’emigrazione, con molti giovani che decidono di scommettere in altri contesti territoriali.

A conferma del fatto che la denatalità sia un problema che accompagna la storia contemporanea del Sannio in generale e del Fortore in particolare, basta allargare un attimo lo sguardo ai territori vicini. Roseto Valfortore, che rientra nella provincia di Foggia ma confina con San Bartolomeo, Foiano, Montefalcone e Castelfranco, lo scorso anno non ha visto fiocchi azzurri. Se invece si prende in considerazione quella parte di Sannio storico che abbraccia la provincia di Campobasso, si trovano ben 8 comunità che nel 2023 sono rimaste ferme a natalità zero: si tratta di Castelbottaccio, Civitacampomarano, Duronia, Montemitro, Provvidenti, San Biase, San Polo Matese e Sant’Angelo Limosano. Tornando all’interno dei confini regionali, solo la provincia di Napoli non ha Comuni a zero nascite, cosa che invece è accaduta sia a Campora (in provincia di Salerno) che a Gallo Matese (in provincia di Caserta). Una sola nascita, invece, a Cairano (provincia di Avellino) come pure ad Ailano (ancora in provincia di Caserta).

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