Santa Sofia, è scontro sui lavori della chiesa: matrimoni a rischio

Gelo tra la Curia e la Soprintendenza

La Chiesa di Santa Sofia
La Chiesa di Santa Sofia
di Paolo Bocchino
Sabato 20 Gennaio 2024, 10:56
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Curia e Soprintendenza ai ferri corti su Santa Sofia. Clima di gelo tra le parti in merito all'annunciato avvio dei lavori di restauro della chiesa-monumento. L'intervento finanziato dal Fondo edifici di culto del ministero dell'Interno per risanare le numerose problematiche del bene Unesco rischia di vanificare le decine di cerimonie nuziali già prenotate da coppie beneventane e di altre province. Il gioiello longobardo si conferma meta cult dei futuri sposi, ma cantiere e scambio delle fedi non si conciliano. Una vicenda sulla quale ha acceso i riflettori il parroco don Marco Capaldo. Il sacerdote ha ribadito l'allarme nelle scorse ore pubblicando un post che mette in chiaro la posizione dell'Unità pastorale San Filippo Neri del centro storico della quale è responsabile designato dalla Curia: «A seguito delle notizie trapelate sugli eventuali lavori che interesseranno la chiesa di Santa Sofia, ad oggi, dopo ben due richieste di chiarimenti alla Soprintendenza di Benevento e Caserta, nel mese di dicembre e di gennaio, questo Ente non ha ricevuto alcuna risposta ufficiale in merito». Una presa di posizione provocata dalla eco della notizia caduta come un fulmine a ciel sereno sugli ignari promessi sposi:

«Dopo la pubblicazione dell'articolo - spiega don Capaldo - abbiamo ricevuto numerosissime telefonate da parte delle coppie che hanno prenotato la chiesa di Santa Sofia per il matrimonio.

Abbiamo dovuto spiegare loro ciò che è scritto nel post dell'Unità pastorale, ovvero che abbiamo sollecitato ripetutamente la Soprintendenza a fornirci informazioni dettagliate ufficiali in merito ai lavori da effettuarsi e sulla relativa tempistica, purtroppo senza ricevere alcuna risposta. Ci auguriamo che quanto prima ci vengano date delucidazioni per poter informare le coppie che hanno già mostrato il loro interesse, e quelle che lo faranno nei prossimi giorni». E don Capaldo esclude la possibilità di una convivenza tra cantiere e cerimonie nuziali: «Non vedo come possa immaginarsi che dei giovani accettino di celebrare il giorno più atteso e importante della loro vita tra ponteggi, scale e polveri. Le cerimonie liturgiche ordinarie possono anche svolgersi, ma i matrimoni sono incompatibili con un cantiere. Auspico che le anticipazioni che parlano di avvio dei lavori in primavera vengano smentite, e che si rinvii in autunno l'esecuzione delle opere che, e su questo siamo d'accordo, sono assolutamente necessarie».

Dalla Soprintendenza arriva il chiarimento del dirigente Gennaro Leva che segue in prima persona il procedimento: «Presto comunicheremo alla Curia qual è lo stato dell'iter procedurale, prossimo alla conclusione, che ha dovuto tenere conto giocoforza delle modifiche del Codice degli appalti e di altri adempimenti burocratici obbligatori. I lavori sono assolutamente necessari per il bene di Santa Sofia che, lo voglio ricordare, è una chiesa ma è anche e soprattutto un monumento patrimonio dell'Umanità. Non esistono soltanto i matrimoni ma anche i turisti che raggiungono Benevento per visitarla, i cultori di storia e architettura che vengono appositamente per ammirarla, i cittadini non necessariamente fedeli. Non possiamo chiudere la chiesa durante i lavori, e non la chiuderemo».

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Posizione netta, dunque, ma Leva apre alla possibilità di stilare un cronoprogramma concordato: «Se la Curia ce lo chiederà, prenderemo in considerazione l'opzione di affidare i lavori ma avviare il cantiere in autunno, quando impatterà meno sulle cerimonie nuziali». Secondo la relazione tecnico-progettuale stilata dalla Soprintendenza, gli interventi riguarderanno «la copertura, i paramenti murari esterni e interni, la pavimentazione, gli infissi e porzioni di intonaco, al fine di risanare le patologie che modificano l'aspetto superficiale, e intervenire su alterazioni chimico-fisiche-biologiche, colatura, colonizzazione biologica, efflorescenza, fronte di risalita, macchie, rigonfiamenti». Qualche «ritocco» lo meriterebbe anche la buffer zone del sito Unesco. La fontana prospiciente la chiesa è colonizzata da erbacce e verde spontaneo tipico del periodo invernale, che andrebbero al più presto rimosso per restituire il giusto decoro a un luogo tanto importante. E nell'occasione andrebbero integrati i cubetti di porfido mancanti qua e là nella piazza, causa potenziale anche di malaugurati infortuni. 

 

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