Benevento: una condanna per usura, assolti in cinque

Fatti risalenti al 2008

Una condanna per usura
Una condanna per usura
di Enrico Marra
Sabato 9 Settembre 2023, 10:29
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Verdetto per un procedimento per usura con 7 imputati. La sezione penale presieduta da Sergio Pezza ha inflitto una condanna a 5 anni e una multa di 10mila euro ad Antonio Nizza, 53 anni. Per l'imputato è scattata la prescrizione per lo stesso reato, ai danni di altre vittime, e per l'esercizio abusivo dell'attività di finanziamento. Assolti, perché il fatto non sussiste o non costituisce reato, Pasquale Saccone 55 anni, Dionisio Francesca, 66 anni, Tancredi Tirelli, 62 anni, Rita Rapuano, 61 anni, Ivano Nizza, 49 anni. La prescrizione è scattata per Laura Giordano, 53 anni. Al vaglio dei giudici episodi che facevano riferimento a fatti avvenuti dal 2006 al 2008. Il pm Maria Colucci aveva chiesto la condanna a quattro anni per Antonio Nizza, l'assoluzione degli altri e la prescrizione per Giordano. Per gli imputati vi erano posizioni differenziate.

L'addebito di usura era stato prospettato a carico di Antonio Nizza, Saccone e Francesca. L'accusa contestava tra l'altro a Saccone di utilizzare un conto corrente di Tirelli per evitare che si potesse risalire agli interessi usurai. A loro volta Tirelli, Ivano Nizza e Rapuano erano indicati come intermediari e accusati di riciclaggio. A Giordano, invece, veniva contestato il favoreggiamento, nei confronti di Antonio Nizza perché ometteva di denunciare un fatto costituente reato di cui era ampiamente a conoscenza, mentendo agli inquirenti circa le motivazioni alla base dell'emissione di titoli a favore di Nizza per la restituzione di un prestito usuraio.

Le indagini, coordinate dalla Procura, presero il via da una denuncia anonima e furono affidate alla guardia di Finanza.

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Secondo l'accusa al centro della vicenda c'era Antonio Nizza che elargiva danaro in contanti e con assegni a soggetti in stato di bisogno. Tra i primi a essere oggetto di usura furono i titolari di un bar, sia il gestore che la sua compagna. Analogo trattamento fu riservato a un fratello del gestore. Poi fu la volta di un pensionato e anche di un imprenditore. Gli interessi annui in alcuni casi oscillavano dal 105 al 200 %. Le conclusioni dell'indagine venivano tratte dal sostituto procuratore, all'epoca in servizio a Benevento, Miriam La Palorcia che nel gennaio del 2018 chiese 8 rinvii a giudizi (poi uno degli indagati ha visto la sua posizione archiviata). I difensori degli imputati sono stati Vincenzo Regardi, Angelo Leone, Grazia Luongo, Antonio Leone, Stefano Travaglione e Federico Paolucci. 

 

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