Assolto dai giudici cita il Tribunale:
periti condannati a risarcire

Assolto dai giudici cita il Truibunale periti condannati a risarcire
Assolto dai giudici cita il Truibunale periti condannati a risarcire
di Biagio Salvati
Giovedì 29 Dicembre 2016, 11:43 - Ultimo agg. 12:19
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Mondragone. Era stato assolto in appello dopo una condanna a 8 anni di reclusione per estorsione aggravata commessa ai danni di un caseificio di Mondragone - pena inflittagli dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere sulla base di alcune perizie foniche - ma, oltre l’avvio di un’azione legale (ancora in corso) volta a ottenere l’indennizzo per un anno di ingiusta detenzione, si è rivalso su due periti condannati qualche giorno fa in solido al risarcimento di circa 123mila euro oltre le spese legali. I consulenti, nominati uno dalla Procura antimafia e l’altro dal Tribunale, avevano elaborato la registrazione della presunta voce dell’estorsore acquisita dai carabinieri da alcune intercettazioni e avevano sposato in pieno la tesi accusatoria con alcune relazioni tecniche smontate in appello con una nuova sentenza nel 2009. Protagonista della vicenda, Antonio Bova, accusato di estorsione «a mezzo telefono» per una chiamata risalente al 2001, effettuata da una cabina telefonica e diretta al titolare dell’Antico Caseificio dei Mazzoni di Mondragone. In quella telefonata, Bova, avrebbe chiesto tre milioni e mezzo di lire per «gli amici di Mondragone», minacciando l’imprenditore di un attentato al caseificio e alla famiglia e facendo capire che era legato al clan La Torre. 
La sentenza di condanna per risarcimento - a quanto pare la prima nel suo genere inflitta ai periti Augusto Guzzo e Roberto Porto, entrambi del Napoletano - potrebbe creare un clamoroso precedente nel settore delle perizie che, se non confermate, mettono i consulenti nominati a rischio risarcimento e quindi costretti a rispondere personalmente del danno causato in un procedimento giudiziario. A stabilire questa tesi è stata proprio la sentenza della II sezione civile del Tribunale di Napoli (presidente Ettore Pastore Alinante) il quale – sulla scorta del ricorso presentato dall’avvocato Michele Marra del foro di Santa Maria Capua Vetere – ha concesso peraltro un risarcimento inferiore rispetto a quello previsto per una persona estranea agli ambienti criminali.
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