Casal di Principe, pochi fondi: a rischio la “Forza del Silenzio”

La video-denuncia di Vincenzo Abbate sui social nella Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo

La video-denuncia
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di Tina Cioffo
Mercoledì 3 Aprile 2024, 07:00
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Singolare e tragica, la protesta che ieri Vincenzo Abate ha proposto in occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Lui, padre di tre figli, di cui due gemelli di 27 anni affetti da autismo ha cominciato la sua traversata nel mondo dell’assistenza nel 2008 fondando l’associazione La Forza del Silenzio e nel 2009 aprendo le porte dei laboratori in via Bologna a Casal di Principe, nell’ex casa di Francesco Schiavone alias Sandokan, tornato alla ribalta per aver deciso di collaborare con la giustizia. Oggi, dopo anni di esperienze e riconoscimenti arrivati anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rischia di chiudere i battenti perché mancano i fondi e perché il sistema sanitario regionale non riesce a garantire i pagamenti nei tempi necessari.

«Dopo tante passerelle che abbiamo ospitato e dopo tante promesse alle quali nostro malgrado avevamo creduto, ho deciso di rivolgermi ad un muro.

Perché le istituzioni e la politica non hanno voluto capire l’autismo. Chiamano i nostri ragazzi speciali senza nemmeno comprendere la tragedia che arriva a ciel sereno sulla testa delle famiglie», così Abate nel suo doloroso appello mentre parla ad un simbolico muro del silenzio da abbattere come dovrebbe cadere la scandalosa prescrizione che coinvolge gli adulti autistici. «Dal 31 marzo 2021, con la delibera 131, in Regione Campania il percorso terapeutico che dovrebbe essere scandito dal reale fabbisogno è subordinato all’avanzare del tempo. A 6 anni i bambini hanno diritto a 15 ore settimanali poi senza valutare gli eventuali miglioramenti con lo scorrere dell’età, il numero di ore si abbassa in modo drastico e così al compimento dei 18 anni, i nostri figli diventano degli invisibili. Per il sistema sanitario o accettiamo che vengano trattati come soggetti psichiatrici o non esistono più. Un’assurdità inaccettabile che insieme all’impossibilità di erogare i servizi riabilitativi, diventa una distruzione di massa», spiega ancora Abate.

I dati parlano di un crescente aumento dei casi. In Italia ne soffre un bambino su 77 nella fascia d'età compresa fra 7 e 9 anni. In Campania, la diagnosi è già arrivata per 5mila persone. Nessuno sa ancora dirne i motivi e neppure perché non si arrivi ad una soluzione che tenga conto delle esigenze delle persone. L’approccio al problema non può essere solo di natura sanitario e nemmeno unicamente sociale.

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«Sette anni fa divenni il promotore della legge sulla sperimentazione del metodo Aba che ha fatto della provincia di Caserta l’antesignana di tempi e metodi diffusi in tutta la Campania. Ora bisogna andare avanti sulle politiche per il “dopo di noi”. È chiaro però che la Regione, da sola, non può sostenere tutto il peso dell’assistenza, anche i Comuni devono fare la loro parte con gli Ambiti. Considerare l’Asl come l’unica interlocutrice di un sistema che si basa sull’aiuto anche da parte degli enti locali non è indicativo di una collaborazione fra sanità e territorio», dice Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale della Campania. «A Casal di Principe abbiamo sempre avuto un’attenzione alta ed è sintomatico che negli anni siano nate altre associazioni che lavorano con i soggetti autistici. Dobbiamo fare di più e insieme», rimarca il sindaco Renato Natale. «Il ministro per le disabilità Alessandra Locatelli - ricorda il deputato Gianpiero Zinzi - ha annunciato una linea di finanziamento per promuovere i talenti delle persone autistiche».

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