C'è una nuova emergenza: i migranti beneficiari del progetto «Sistema di accoglienza e integrazione» (Sai) a Caserta, sono al freddo, senza riscaldamenti e senza cibo. «Da tre mesi e 12 giorni non ci viene data assistenza medica adeguata, non riceviamo più i pocket money che sarebbero i 3 euro al giorno e viviamo in un appartamento con soli due bagni, ma siamo in quattordici. Non è vita dignitosa questa, sicuramente non è integrazione». È la denuncia di Cherif Brahim Abdrahman, ragazzo straniero di 19 anni: «Compirò 20 anni il 13 aprile», spiega. Ha vissuto a Bari per sei mesi, poi è approdato a Caserta dove la sua Odissea è cominciata.
Con lui, almeno altre dieci persone denunciano la condizione precaria in cui vivono nelle case dell'accoglienza gestite da una Rti, raggruppamento temporaneo di imprese. E siccome non ricevono più soldi dal Comune di Caserta c'è chi va alla Caritas, chi invece si reca davanti ai centri commerciali a chiedere le elemosina.
L'appalto per l'accoglienza dei migranti è costato poco più di cinque milioni di euro, aggiudicati dal Comune di Caserta - ente locale titolare per la Rti composta da Innotec, Esculapio, Format (che si occupa di formazione) per 27 mesi: da ottobre 2020 al 31 dicembre 2022. I fondi, tutti, sono erogati dal Ministero dell'Interno. Da dicembre l'appalto è scaduto, ma il servizio prosegue in proroga fino a quando non si capirà cosa fare. «Nella casa di via Forgione a Caserta, vicino via Ferrarecce, dove viviamo, i medici che vengono a trovarci non lavorano, alcuni ragazzi sono malati - spiega Cherif - ma non vengono portati in ospedale. Dobbiamo aspettare che muoiano? Il nostro è un centro di accoglienza per l'integrazione, ma cosa ci dovrebbero far fare esattamente per integrarci?». Cherif è un calciatore che gioca in prima categoria con la squadra del Marcianise: è una promessa del calcio, ma qui in Italia non ha nessuno su cui contare, solo su stesso e un programma di inserimento che non avanti.
Al momento a Caserta sono 105 i migranti beneficiari accolti di un'età compresa tra i 19 e i 30 anni.
Fu trovata la presenza di insetti, ma c'erano anche elettrodomestici guasti, servizi igienici fuori uso. Gli ospiti immigrati ora sono senza caldaia, senza riscaldamento e senza acqua calda. «Abbiamo due bagni per 14 persone, è umano tutto questo?», spiega un altro migrante che non vuole rivelare la sua identità. «Chi prende i soldi destinati a noi?», si chiede. Alcuni lavorano in nero per mangiare. Nessuno riceve, a quanto pare, il kit igiene (10 euro al mese) e i soldi per il vestiario. Sul caso, si cerca di far luce con un'inchiesta ora nelle mani della magistratura.