Caserta, 14 migranti in una casa: «Lasciati soli e senza cure»

Niente riscaldamento e niente pocket money per i beneficiari del sistema di accoglienza

Casa d'accoglienza sovraffollata
Casa d'accoglienza sovraffollata
Marilu Mustodi Marilù Musto
Lunedì 13 Febbraio 2023, 08:29 - Ultimo agg. 11:12
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C'è una nuova emergenza: i migranti beneficiari del progetto «Sistema di accoglienza e integrazione» (Sai) a Caserta, sono al freddo, senza riscaldamenti e senza cibo. «Da tre mesi e 12 giorni non ci viene data assistenza medica adeguata, non riceviamo più i pocket money che sarebbero i 3 euro al giorno e viviamo in un appartamento con soli due bagni, ma siamo in quattordici. Non è vita dignitosa questa, sicuramente non è integrazione». È la denuncia di Cherif Brahim Abdrahman, ragazzo straniero di 19 anni: «Compirò 20 anni il 13 aprile», spiega. Ha vissuto a Bari per sei mesi, poi è approdato a Caserta dove la sua Odissea è cominciata.

Con lui, almeno altre dieci persone denunciano la condizione precaria in cui vivono nelle case dell'accoglienza gestite da una Rti, raggruppamento temporaneo di imprese. E siccome non ricevono più soldi dal Comune di Caserta c'è chi va alla Caritas, chi invece si reca davanti ai centri commerciali a chiedere le elemosina.

L'appalto per l'accoglienza dei migranti è costato poco più di cinque milioni di euro, aggiudicati dal Comune di Caserta - ente locale titolare per la Rti composta da Innotec, Esculapio, Format (che si occupa di formazione) per 27 mesi: da ottobre 2020 al 31 dicembre 2022. I fondi, tutti, sono erogati dal Ministero dell'Interno. Da dicembre l'appalto è scaduto, ma il servizio prosegue in proroga fino a quando non si capirà cosa fare. «Nella casa di via Forgione a Caserta, vicino via Ferrarecce, dove viviamo, i medici che vengono a trovarci non lavorano, alcuni ragazzi sono malati - spiega Cherif - ma non vengono portati in ospedale. Dobbiamo aspettare che muoiano? Il nostro è un centro di accoglienza per l'integrazione, ma cosa ci dovrebbero far fare esattamente per integrarci?». Cherif è un calciatore che gioca in prima categoria con la squadra del Marcianise: è una promessa del calcio, ma qui in Italia non ha nessuno su cui contare, solo su stesso e un programma di inserimento che non avanti.
Al momento a Caserta sono 105 i migranti beneficiari accolti di un'età compresa tra i 19 e i 30 anni.

Sono 12, invece, i dipendenti tra operatori, educatori e dipendenti amministrativi in servizio nelle cooperative che gestiscono il servizio. Sul caso, l'estate scorsa il consigliere comunale Raffaele Giovine, esponente di Caserta Decide, ha presentato una denuncia ai carabinieri per segnalare le carenze riscontrate nel corso di una visita ispettiva all'interno delle case di Caserta.

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Fu trovata la presenza di insetti, ma c'erano anche elettrodomestici guasti, servizi igienici fuori uso. Gli ospiti immigrati ora sono senza caldaia, senza riscaldamento e senza acqua calda. «Abbiamo due bagni per 14 persone, è umano tutto questo?», spiega un altro migrante che non vuole rivelare la sua identità. «Chi prende i soldi destinati a noi?», si chiede. Alcuni lavorano in nero per mangiare. Nessuno riceve, a quanto pare, il kit igiene (10 euro al mese) e i soldi per il vestiario. Sul caso, si cerca di far luce con un'inchiesta ora nelle mani della magistratura.
 

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