Elisa Ruotolo al Capua il Luogo della Lingua festival con «Il lungo inverno di Ugo Singer» e «Luce»

La scrittrice racconta la cifra stilistica scelta per raccontare due storie che puntano all'essenzialità.

Elisa Ruotolo
Elisa Ruotolo
di Mariamichela Formisano
Venerdì 30 Giugno 2023, 13:56 - Ultimo agg. 17:33
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Elisa Ruotolo è una delle scrittrici più talentuose del panorama letterario italiano. Ha pubblicato molto, da racconti lunghi a romanzi brevi sino a diverse raccolte di poesia. E non sono mancati riconoscimenti alla scrittrice nata nel 1975 a Santa Maria a Vico (Ce), dove vive tuttora, che ha esordito per Nottetempo nel 2010, con la raccolta “Ho rubato la pioggia”, vincitrice del Premio Renato Fucini e finalista al Premio Carlo Cocito 2010. Nel 2014 ha pubblicato, sempre per Nottetempo, il suo primo romanzo “Ovunque, proteggici”, selezionato dalla Commissione del Premio Strega 2014 e presentato al premio da Marcello Fois e Dacia Maraini.

Ed è arrivata alla diciottesima edizione del Capua il luogo della lingua festival con due lavori da presentare dell'appuntamento che, con la direzione artistica di Giuseppe Bellone, celebra i linguaggi della letteratura e della cultura nella città del Placito Capuano, primo documento scritto in volgare datato 960 d.C.

“Il lungo inverno di Ugo Singer” (Bompiani 2023), una favola sui legami importanti che racconta l’amicizia tra la tartaruga Ugo Singer, nata in una vecchia macchina per cucire, e il topo Sam. 

“Luce” (Tetra edizioni, 2023), a metà tra una fiaba per adulti e un racconto lungo che inizia con la figura di Michele, che vive con Carla, e una tapparella rotta che Michele non vorrebbe aggiustare mai perché da lì ha visto la luce ma anche il “male” quotidiano un padre di famiglia che quotidianamente riempie di botte i suoi figli.

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«Sono due storie molto simili tra loro, probabilmente nello sviluppo - spiega Elisa Ruotolo - perché il racconto, come la favola, ha una certa durata che è improntata alla brevità.

Però Il lungo inverno di Ugo Singer è una sorta di racconto filosofico rivolto a tutti, mentre Luce è un racconto lungo che interroga su un tema parallelo a quello affrontato nella favola, ossia quello dell’identità».

E cambia anche la cifra stilistica per raccontare due storie che pure puntano all'essenzialità.

«La lingua migliore che scelgo è frutto di una ricerca che ogni storia merita. Puntando sempre alla semplicità che non sacrifica la bellezza. In entrambi i casi ho cercato di raccontare qualcosa che potesse arrivare a tutti». 

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