Maddaloni, Claudio Marone e il post su Mussolini: «Messaggio delirante, si dimetta»

L'Anpi e le opposizioni invocano le dimissioni dell'assessore

Claudio Marone
Claudio Marone
di Giuseppe Miretto
Giovedì 4 Gennaio 2024, 11:00
3 Minuti di Lettura

Con una dura reprimenda del comitato provinciale dell'Anpi, si è aperto, ufficialmente, il caso Claudio Marone. Le opposizioni sottoscrivono pure un documento (aperto alla libera adesione dei consiglieri di maggioranza) di protesta e una sottoscrizione on line aggiuntiva, per i cittadini, che chiedono un «passo indietro all'assessore che, inneggiando al fascismo augurava un nuovo anno nefasto ai comunisti» o in subordine un atto di revoca delle deleghe assessoriali al sindaco Andrea De Filippo. Ma per il responsabile dell'ecologia e polizia municipale, «il caso è chiuso» ribadendo di aver «liberamente esercitato il mio libero pensiero sulla pagina personale». Nulla di pubblico, di istituzionale e ufficiale. Ma Agostino Morgillo (Anpi) non ci sta: «Stiamo assistendo ad una sempre più spudorata delegittimazione della Resistenza. E anche la delirante esternazione di Claudio Marone, con tanto di foto di Mussolini, è certamente in contrasto con i principi antifascisti fondamento della Costituzione italiana e con lo stile che dovrebbe caratterizzare i comportamenti di un'autorità pubblica non compatibili con atteggiamenti di fanatici revisionisti e con qualsiasi forma di apologia del fascismo».

L'Anpi chiede rispetto per le vittime maddalonesi del fascismo: «L'atlante delle stragi, naziste e fasciste, ricorda numerosi episodi di violenza esercitata nell'autunno del 1943 contro la popolazione di Maddaloni e testimonianze della resistenza opposta da gruppi di patrioti». Furono 10 le vittime a Maddaloni (più 6 quelle di Valle di Maddaloni) delle azioni di violenza commesse dall'esercito tedesco e dai suoi alleati fascisti. Sono stati 51 i maddalonesi, fra cittadini e cittadine, che hanno ottenuto le qualifiche di partigiani e patrioti. Anche a loro nome, l'Anpi chiede al sindaco Andrea De Filippo di «invitare l'assessore a lasciare il suo incarico» e a Marone contesta la «mancanza di rispetto verso le istituzioni democratiche». Il sindaco e larga parte della coalizione hanno scelto un profilo basso. Abbassando i toni, aspettano che passi la tempesta. Qualsiasi decisione sarà presa a tempo debito e non sotto la spinta emotiva. Intanto, il caso è deflagrato e anche la maggioranza va in ordine sparso. Le opposizioni Cantiere delle idee (che federa Maddaloni positiva e Città di idee) e Movimento 5 stelle si rammaricano anche per il «mancato messaggio di scuse dell'assessore».

E soprattutto per questo, hanno chiesto al sindaco la «revoca dell'incarico». Nella maggioranza, Giovanni Ventrone, già responsabile regionale dei giovani Pd e oggi capogruppo di Insieme per Maddaloni, ricorda che «inneggiare al fascismo non è una semplice caduta di stile, ma una dichiarazione di intenti di fronte alla quale non si può girare la faccia o stare zitti. Si tratta di una battaglia tra democrazia e crimine, sull'esito della quale si sono gettate fondamenta della nostra Costituzione. Da capogruppo, prendo le distanze con i colleghi consiglieri, dal post lugubre dell'assessore Marone». 

E c'è chi sollecita la nascita di un fronte politico alternativo. Antonio Crimaldi, candidato a sindaco non eletto di Fratelli d'Italia, va oltre: «Le dimissioni richieste prolungherebbero l'agonia in cui versa la città. La condivisione dei valori può essere assicurata solo dalle dimissioni della maggioranza e dal ritorno alle urne». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA