Pronto soccorso e 118 l'allarme dell'Asl: «Mancano 103 medici»

In crisi il sistema emergenziale in tutta la provincia

Il Pronto Soccorso del Moscati di Aversa
Il Pronto Soccorso del Moscati di Aversa
di Ornella Mincione
Mercoledì 10 Gennaio 2024, 08:45 - Ultimo agg. 11 Gennaio, 20:06
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Mancano 103 medici in tutto il sistema emergenziale del territorio. In particolare, mancano all'appello 41 camici bianchi nei Pronto soccorso degli ospedali provinciali e altri 62 medici sulle ambulanze della rete del 118. A confermare questi dati è il manager dell'azienda sanitaria casertana Amedeo Blasotti, all'indomani della mega riunione in Regione di tutti i direttori sanitari della Campania per fare il punto sull'emergenza Pronto Soccorso. «Di sei reparti emergenziali della provincia di Caserta quattro sono quelli attivi - spiega il direttore generale dell'Asl casertana Blasotti - Restano fuori gioco il Pronto soccorso di Maddaloni così come quello del Melorio di Santa Maria Capua Vetere». Il primo infatti, a causa di lavori di ristrutturazione, non potrà essere fruibile dalla cittadinanza prima di un anno. Per il secondo invece il vero problema risiede nella carenza del personale necessario a garantire la turnazione. «Grande speranza a questo punto è riposta nella graduatoria regionale di cui ha parlato Palazzo Santa Lucia e da cui si possono attingere i medici dell'urgenza e equipollenti, come cardiologie le altre specializzazioni utili», continua ancora il manager Blasotti.

Intanto, si pensa al reclutamento degli infermieri. «Stiamo lavorando alla stabilizzazione di circa 250 infermieri, di cui 90 reclutati ex novo.

Di questi sicuramente almeno cinque saranno destinati al Pronto soccorso di Aversa, mentre in media otto per ciascun Pronto soccorso di Marcianise, Sessa Aurunca e Piedimonte». È utile ricordare che il Pronto soccorso di Aversa vanta numeri davvero molto elevati in fatto di accessi: al 31 dicembre 2023 ha ricevuto circa 63mila pazienti ed è secondo in regione soltanto al Cardarelli di Napoli. Detto ciò sulle unità infermieristiche, occorre discutere dei camici bianchi. «Soltanto nella rete del 118, dovrebbero essere operativi 84 dirigenti medici. Invece ad oggi salgono sulle ambulanze soltanto in 22, oltre ai quali vi sono 28 unità in forza al servizio ma che sono esonerati del servizio per ragioni di salute», spiega ancora il direttore dell'Asl casertana. È chiaro che se i 28 fossero operativi una parte del problema della carenza nella rete del 118 sarebbe risolta. Per ora, «stiamo affrontando il problema attraverso l'utilizzo di macchine medicalizzate e ambulanze demedicalizzate», commenta Blasotti, dove chiaramente le ambulanze oltre all'equipe infermieristica, accompagnano gli ammalati al presidio più vicino e disponibile, mentre con l'auto il medico interviene sul posto, anche dopo l'arrivo dell'ambulanza.

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È chiaro che nonostante l'organizzazione e la turnazione dei medici e degli infermieri, la sofferenza registrata nel Pronto soccorso dell'azienda ospedaliera Sant'Anna e San Sebastiano di Caserta si sente anche in quelli del territorio, in particolare in quelli di Aversa e Marcianise. E sui tempi d'attesa, l'Asl di Caserta comunica direttamente agli utenti quanto debbano aspettare per la prestazione assistenziale richiesta, tempi che si allungano soprattutto nei casi di codici di più lieve intensità, come i verdi e i bianchi. Guardando dal sito dall'Asl di Caserta (ma in realtà esistono dei monitor nei Pronto soccorso fruibili da tutti), ieri sera alle 19 l'utente che si è recato al punto emergenziale di Aversa ha dovuto aspettare 34 minuti per un codice rosso, 25 minuti per un codice giallo, 47 minuti per un codice azzurro, un'ora e sei minuti per un codice verde, mentre se si fosse recato in quello di Marcianise avrebbe aspettato 12 minuti per il codice giallo, otto minuti per quello azzurro e 24 minuti per quello verde. Critico il codice verde di Piedimonte che alla stessa ora di ieri avrebbe dovuto attendere oltre le sette ore per poter essere assistito. In realtà sono proprio questi codici a minor intensità a creare l'ingolfamento dei Pronto soccorso nonché lo stress degli operatori prima e dei contesti familiari di conseguenza. «È necessario spingere l'utenza, attraverso i medici di Medicina generale e i Psaut, a risolvere il problema sul territorio - dice ancora il dg Blasotti - L'urgenza territoriale deve essere intrapresa attraverso la medicina territoriale. Gli utenti dovrebbero comunque chiamare il 118, in prima istanza. Dovrebbero valutare bene l'opportunità di recarsi in un Pronto soccorso. Se si riuscissero a risolvere sul territorio i numerosi codici verdi e bianchi, già una buona fetta di utenza non avrebbe bisogno di recarsi presso i punti emergenziali». 

 

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