"Facciamo pace. Una guerra, tante guerre. Considerazioni per un mondo più giusto" (Associazione Strisciarossa) è il libro di Susanna Camusso che, al Museo Campano di Capua, ha condiviso la sua idea di pace con il pubblico della diciottesima edizione del Capua il luogo della lingua, il festival che promuove tutto l’anno la scrittura ed i linguaggi della cultura contemporanea ispirandosi al Placito Capuano, primo documento scritto del volgare italiano datato 960 d.C.
A moderare il tavolo dell'incontro il sindaco della città Adolfo Villani e la presidente della Cooperativa EVA Lella Palladino.
«Un mondo più giusto non solo è possibile ma è assolutamente necessario - ha sottolineato la Camusso - La crisi delle relazioni tra le persone è evidente, e la facilità con la quale scoppiano guerre sono figlie del grande tema sullerisorse naturali che stanno per finire, del disastro ambientale e climatico, e di tutte le emergenze che sono sotto gli occhi di tutti.
E al festival che, con la direzione artistica di Giuseppe Bellone, pone al centro le parole Susanna Camusso ha rimarcato la violenza che in esse risiede, come quelle che alimentano una delle guerre più grandi che c'è: quella contro il genere femminile in quanto tale.
«E poi ci sono quelle che si caricano di disprezzo e di colpa come la parola "povertà"- ha aggiunto la Camusso - e la parola guerra che sostituisce la parola "conflitto" annullando ogni possibilità di risoluzione propria della politica e della democrazia».
Alle parole che offendono, violentano, irretiscono le donne nei luoghi domestici e di lavoro ha dedicato il suo intervento Lella Palladino: «Il libro di Susanna Camussoaffronta la violenza in ogni suo aspetto, mettendo a fuoco anche la possibilità di liberarsi grazie ad un cambio di visione, di prospettiva attraverso la quale si può arrivare ad una dimensione di pace intesa come assenza di guerra».
Alle parole che raccontano la bellezza di una città ha dedicato il suo intervento il sindaco Villani: «"Non riesco ad immaginare Capua senza il riconoscimento di "Città che legge" e senza il suo festival "Capua il luogo della lingua". Ed è grazie a quest'ultimo che la nostra città gode di una vita culturale invidiabile».
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