Le voci si sono inseguite per tutta la giornata. Il vertice sulla manovra è rimasto in bilico per ore. Poi il governo ha deciso di tenerlo, anche se con la sola presenza del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e senza quella del premier Giuseppe Conte impossibilitato ad arrivare a Roma da Genova in tempo. Ma la vera questione sono rimaste le misure da mettere sul tavolo. E soprattutto il riparto delle risorse tra i vari capitoli della legge di Bilancio. In pochi giorni la manovra ha cambiato la sua fisionomia. Doveva servire a consolidare la ripresa economica e traghettare il Paese nel dopo-virus grazie al sostegno dei fondi europei. Invece man mano che passano le ore, il provvedimento sta riacquistando un carattere emergenziale.
La riforma fiscale è stata rimandata al 2022. L’assegno unico per i figli partirà solo a luglio con una dote di tre miliardi, che a regime sarà di sei miliardi. Ma Italia Viva, presente al vertice con Luigi Marattin, spinge per salire a 10 miliardi di cui 5 il prossimo anno. Ci sarà poi un nuovo fondo per gli aiuti alle imprese dei settori in crisi e sostegni al reddito degli autonomi con una dotazione di tre miliardi di euro. In questo caso sono i Cinquestelle a premere perché le risorse siano incrementate. Per ora saranno solo appostate in bilancio, come ripartirle e con quali criteri sarà stabilito in un secondo momento. Anche perché, vista l’entità dei fondi, sarà necessario indirizzarli in maniera mirata. Nelle ultime ore è spuntata anche l’ipotesi di erogare degli aiuti ai Comuni che, eventualmente, saranno dichiarati zone rosse. La situazione, insomma, è ancora fluida. Quello che è certo è che buona parte dei 40 miliardi della manovra, di cui 23 saranno finanziati facendo nuovo deficit, sembrano ormai destinati all’emergenza lavoro. La Cassa integrazione Covid sarà rifinanziata con altri 5 miliardi di euro.
Intanto ieri la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera allo schema di decreto del Fondo per la filiera della ristorazione per il quale, con il decreto agosto, sono stati stanziati 600 milioni di euro. Il provvedimento, non appena arriveranno le firme definitive dei ministeri, sbloccherà i contributi per ristoranti, mense, agriturismo, catering per eventi e alberghi (per l’attività di somministrazione di cibo). Il contributo sarà concesso per gli acquisti effettuati dopo il 14 agosto 2020 e dimostrati attraverso apposita documentazione fiscale, di prodotti agroalimentari. L’importo per ciascun beneficiario potrà variare da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di 10.000 euro, al netto dell’Iva. Per accedere al contributo, il richiedente deve aver acquistato, prodotti agroalimentari (inclusi prodotti vitivinicoli, della pesca e dell’acquacoltura), anche Dop e Igp, valorizzando la materia prima di territorio.