Giovani e fake news, come si informa la generazione Z?

Sono i social network la fonte di notizie primaria dei giovani

Giovani e fake news, come si informa la generazione Z?
Giovani e fake news, come si informa la generazione Z?
di Emanuela Di Pinto
Martedì 20 Dicembre 2022, 16:00
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Quanto ci fidiamo dell'informazione? Una domanda che, soprattutto nell'ultimo periodo con il proliferare delle fake news, sembra essere ormai all'ordine del giorno. In una complessiva diminuzione dell'interesse nei confronti delle tematiche sociali e politiche si piazza anche un fenomeno che sta portando, di volta in volta, al crollo a picco della vendita dei giornali cartacei e, addirittura, a sempre meno abbonamenti per quanto riguarda le testate giornalistiche online. Secondo i dati italiani analizzati dal Digital News Report 2022, solo il 15% degli intervistati dichiara di venire a conoscenza dell'attualità attraverso giornali cartacei mentre solo il 12% dice di informarsi con abbonamenti a testate online. Il dato più considerevole, come altamente prevedibile, riguarda il modo in cui gli italiani utilizzano i social network come fonte di notizie primaria (insieme alle agenzie stampa).

La diffusione sempre maggiore di fake news in giro per il web (e non solo) conferma una tendenza di chi si informa sui social network a credere a gran parte di ciò che gli viene raccontato senza cercare in alcun modo di verificare l'informazione o, semplicemente, utilizzare una seconda fonte. Le nuove generazioni, molto più allenate al fenomeno delle fake news e del «troll online», stanno diventando sempre più attente e prudenti a riguardo, sviluppando una vera e propria cultura dell'informazione su internet favorita anche dall'essere cresciuti costantemente a contatto con mezzi di comunicazione così rivoluzionari.

A cresce tra i nativi digitali è un sentimento di diffidenza e mancanza di sicurezza rispetto alle notizie trapelate sui social network nonostante rimangano tra le fonti principali.

Ciò non ha fatto perdere il gusto dei giovani nell'informarsi anzi, sembrano più motivati che mai nel capire cosa succede nel mondo che li circonda. A raccontarcelo è Francesco, 22 anni, romano. «Penso che sia necessario - dice - soprattutto in un mondo in cui siamo bombardati di notizie. E' giusto informarsi e saper filtrare bene le informazioni al quale siamo sottoposti». Insomma, pare che alla base si ponga non solo una conoscenza del mezzo ma anche la capacità di saperlo gestire nella maniera più adeguata. «Mi piace vedere cosa si pensa e il fatto che, in base a ciò che si dice in giro, posso esprimere il mio pensiero su un determinato tema» ci dice invece Michela, studentessa universitaria 22enne, approfondendo la questione di come un utilizzo consapevole dei mezzi di comunicazione possa aiutare anche nella creazione di un'idea personale riguardo temi che sono al centro dell'attualità.

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«Di solito tendo ad informarmi sia attraverso i mezzi tradizionali, in particolare telegiornali e periodici - racconta Michela -  che attraverso social network» ci svela, mostrando un'abitudine non poco diffusa soprattutto tra gli universitari. «Vedo il telegiornale la sera, poi se trovo qualche informazione che mi ha particolarmente incuriosito, cerco qualcosa in più sui canali ufficiali in modo da ottenere notizie sicure», a parlare, in questo caso è Benedetta, 22 anni. «Di solito se uso i social, utilizzo molto Instagram o ascolto i podcast, negli ultimi tempi» aggiunge. Voce fuori dal coro è invece quella di Denise, 23 anni, studentessa di lingue. «Preferisco i canali tradizionali - ci racconta la ragazza - tendo ad informarmi sempre di meno sui social rispetto a tv, radio e giornali».

Tra gli intervistati, sembra essere molto diffuso Instagram come fonte social principale, mentre solo una persona utilizza quello che per molti è definito come il social network che, per eccellenza, diffonde le informazioni in tempo reale e nella maniera più veloce possibile: Twitter. Nonostante i recenti sviluppi, la piattaforma di Elon Musk (per ora) è ancora una importantissima fonte di notizie. «Credo che Twitter in particolare sia molto utile per avere un maggior contatto con gli esponenti politici - ci spiega Francesco - non solo italiani ma anche internazionali» ha concluso, in quello che può essere interpretato come un chiaro riferimento alla comunicazione sempre più social portata avanti dalle personalità politiche negli ultimi anni.

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