Napoli, a Ponticelli la «nuova scuola» ispirata alla Finlandia: spazi riqualificati e inclusione

Dalla cucina al salone, così ha preso vita la Casa del Lungocollo

Le aule dell'istituto comprensivo Aldo Moro
Le aule dell'istituto comprensivo Aldo Moro
di Alessandro Bottone
Giovedì 15 Dicembre 2022, 17:46
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Dalla Finlandia a Ponticelli: nessun viaggio ma una vera e propria sfida che riguarda la scuola, i giovani e le famiglie del quartiere di Napoli Est. Proprio al paese scandinavo si ispira un nuovo modello educativo che si cerca di “importare” nell'istituto comprensivo Aldo Moro facendone il lavoro quotidiano per docenti, alunni e genitori, e non soltanto.

Attraverso un percorso di ricerca - attivato insieme al dipartimento di studi umanistici dell'Università di Napoli Federico II - la scuola di Ponticelli, da marzo 2020, ha indagato i bisogni di alunni, famiglie e docenti. É emersa l'esigenza di una scuola sempre più distante dal modello tradizionale - quello di banchi fissi e delle lezioni frontali - e una volontà degli scolari di lavorare in piccoli gruppi, magari all'aria aperta, di partecipare ai laboratori e, soprattutto, di essere più ascoltati dai loro educatori. Non da meno le richieste degli insegnanti che guardano alla scuola come un luogo del benessere. L'intento è costruire - anche a centinaia di chilometri di distanza dal Paese ispiratore - una scuola che riesca a cogliere bisogni ed esigenze di tutti, di farlo in tempi e modalità adeguati, che sia meno competitiva e più inclusiva, aperta al territorio. 

Il modello della scuola possibile avrà un nuovo spazio in cui lavorare sulle diverse situazioni e forme di disagio che riguardano alunni e famiglie di Ponticelli. É l'ex casa del custode del plesso di via Mario Palermo - a due passi dal rione Incis e dalle palazzine del Conocal - che, liberata dal dipendente in pensione dopo circa tre anni, è stata riqualificata grazie alle risorse ministeriali nell'ottica di essere riconsegnata alla collettività. Da gennaio 2023, infatti, sarà luogo di condivisione tra la scuola, le famiglie, le associazioni e gli operatori del volontariato grazie alle quattro stanze rimesse a nuovo. Dalla cucina al salone, ora luogo di accoglienza, proseguendo nella stanza della cura e in quella dell'ascoltare. A immaginarle sono state anche le mamme del gruppo delle Super, volontarie che partecipano ai momenti di studio e che supportano costantemente l’istituto comprensivo di Ponticelli, aggregate e sensibilizzate da Antonella Picardi, professoressa di inglese che lavora in questa scuola da oltre dieci anni. 

L’ex abitazione del custode, ribattezzata la Casa del Lungocollo - che inaugura domani alla presenza della comunità educante e rappresentanti delle istituzioni - sarà l'ulteriore spazio attraverso il quale sperimentare e declinare il modello organizzativo e didattico che intende contrastare quella particolare disaffezione nei confronti della scuola oltre che problemi come la dispersione e la povertà educativa. É una scuola che si apre al territorio, lo indaga e cerca di rispondere a problemi e opportunità.

Di qui la figura del Lungocollo, una sorta di animale che si è adattato al contesto che vive: è la metafora del lavoro e dell'operato di docenti ed educatori che, in un quartiere delicato come quello di Napoli Est, hanno immaginato un nuovo modello di educazione per andare oltre quello tradizione, oltre il «non si può fare» e i luoghi comuni. Qui saranno ospitati percorsi dedicati a specifiche esigenze: uno sportello con uno psicologo, un corso dedicato all'emancipazione delle donne e una finestra sempre aperta alle forme di disagio e fragilità di giovani e adulti. 

 

«Nell’istituto si è costituito il gruppo di ricerca e innovazione formato da docenti esperti che hanno avviato, con il mio coordinamento e il supporto del dipartimento di studi umanistici dell’Università Federico II, diretto dalla professoressa Maura Striano, una ricerca rilevando i bisogni degli alunni, dei docenti e delle loro famiglie per costruire attorno a questi “il cambiamento”: la scuola come microarea che dialoga con tutti gli attori coinvolti nell’educazione per creare un modello che abbia in sé la capacità di intercettare precocemente il disagio e di arginarlo con azioni di supporto dirigendolo verso la Casa del Lungocollo», spiega Barbara di Cerbo, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Aldo Moro, che aggiunge: «Una scuola possibile, un modello educativo ispirato a modello educativo finlandese che va incontro ai bisogni e alle fragilità rilevate degli alunni e delle loro famiglie; un modello che cerca di garantire un benessere generalizzato “nell’edificio apprenditivo” che diventa in tutti i suoi spazi luogo di accoglienza ed inclusione. Un modello cooperativo che non promuove un scuola competitiva ma una scuola del noi». 

Della nuova scuola in costruzione si parlerà domani, venerdì 16 dicembre 2022, a partire dalle 13:15, nel plesso in via Mario Palermo, insieme a diversi esponenti del mondo educativo che lavorano al contrasto del disagio e della dispersione scolastica. Dopo la visita dei nuovi spazi e il brunch, alle 14:30 è previsto un incontro in cui intervengono Ettore Acerra, direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Campania, e Maura Striano, assessora all’istruzione e alla famiglia del Comune di Napoli, professore ordinario di pedagogia generale e sociale della Federico II, accolti da Barbara di Cerbo, dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Aldo Moro. A seguire i dibattiti che si concentrano su varie tematiche: l'inclusione delle famiglie; la scuola oltre i luoghi comuni; il confronto tra due contesti educativi distanti, Napoli e Torino; l'importanza delle alleanze educative con realtà del terzo settore. Ne discutono insieme docenti, educatori, pedagogisti e operatori di alcune realtà educative.

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