Napoli, torri del Carmine in un tappeto di siringhe usate dai tossicodipendenti: «Un degrado indescrivibile»

La situazione è stata più volte denunciata negli anni, senza però ottenere alcuna soluzione

Il tappeto di siringhe alle Torri del Carmine
Il tappeto di siringhe alle Torri del Carmine
di Antonio Folle
Domenica 10 Marzo 2024, 17:50 - Ultimo agg. 11 Marzo, 07:30
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Da alcune ore stanno letteralmente facendo il giro del web le immagini dell'enorme tappeto di siringhe accumulate sotto le torri del Carmine e ai piedi della storica fontana della Marinella. Centinaia, se non migliaia, di siringhe con tanto di aghi intrisi di sangue che testimoniano come uno dei luoghi più ricchi di storia della città si sia trasformato in uno dei luoghi più frequentati da tossicodipendenti della città.

Una piaga che è stata più volte denunciata negli anni, senza però ottenere alcuna soluzione.

I tossicodipendenti, come raccontano i residenti della zona, si accampano intorno alla fontana dove, dopo aver consumato la droga, giacciono riversi a terra anche per diverse ore. E del resto il passaggio di centinaia di individui è ben testimonato anche dalle deiezioni umane presenti sui margini della fontana, utilizzata come wc improvvisato.

Le due torri dove da diversi giorni si sono accumulate centinaia di siringhe sono quanto resta della grande fortezza eretta alla fine del 1300 da Carlo III di Durazzo e demolita ai primi del '900 nell'ottica dei lavori di rifacimento del corso Garibaldi e, successivamente, di via Marina. Negli scorsi anni l'intera area è stata oggetto di lavori di riqualificazione finanziati con i fondi del programma Unesco, ma al copioso investimento - oltre 600.000 euro - non sono seguiti i risultati sperati.

Finiti i lavori di riqualificazione, infatti, le torri aragonesi e la fontana della Marinella sono ritornate alla loro triste vocazione di luogo di spaccio e consumo di droga. Uno scempio che si compie quotidianamente a due passi da piazza del Carmine e da piazza Mercato, anch'esse oggetto di pesanti e costosi lavori di restyling che dovevano servire a contrastare il degrado e a rilanciare la zona anche in ottica turistico-ricettiva. 

 

«Sono ormai diversi anni - la testimonianza di Alfredo di Domenico - che come cittadino attivo cerco di dare il mio contributo con sopralluoghi e segnalazioni, ma quando mi sono trovato di fronte a quell'orribile spettacolo sono rimasto letteralmente senza parole. Ma qui, in via Nuova Marina, di fronte a piazza del Carmine davvero non c'è limite al peggio. Eppure in questo punto della città che definirei oscuro per l'elevato e sistematico degrado, ci sono monumenti di notevole interesse storico. Mi riferisco, ad esempio alla Fontana della Marinella, all'antico Sperone e alle Torri Aragonesi. E fa tanta rabbia e vergogna vedere i turisti, tantissimi, che sbigottiti da tanta incuria si portano con sé le testimonianze fotografiche di un tale scempio».

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Ancora più grave il commento dell'associazione Fatti di Napoletani Perbene che ha contribuito a rendere virali le immagini e a scatenare una discussione che continua a trascinarsi. «Dov' è l’assessore alla sicurezza - si legge sul profilo social dell'associazione - dove sono le forze dell'ordine, dov'è lo Stato? Ci pregiamo di inaugurare opere d’arte contemporanea che la popolazione non capisce e non vuole, mentre la città muore. Muore di indifferenza, di disoccupazione, di lavoro nero e sottopagato. Muore di inciviltà e degrado, e soprattutto muore di droga. I prezzi di una dose di eroina sono spaventosamente bassi, e insieme alla disperazione produce questi risultati».

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