Il mercatino della «monnezza»
torna a invadere piazza Garibaldi

Il mercatino della monnezza sotto la statua di Garibaldi
Il mercatino della monnezza sotto la statua di Garibaldi
di Antonio Folle
Mercoledì 6 Febbraio 2019, 15:21 - Ultimo agg. 15:23
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Il mercatino della monnezza gestito dai rom invade nuovamente piazza Garibaldi. Nonostante gli sforzi da parte della polizia di Stato e della polizia Municipale i nomadi si sono nuovamente impossessati della piazza e hanno scelto, come sede del mercato, il luogo-simbolo dell'area. Le decine di commercianti di merci recuperate tra i rifiuti, infatti, hanno scelto proprio lo slargo che ospita la statua dell'eroe dei due mondi per i loro traffici. Una situazione non nuova quella di piazza Garibaldi, denunciata più volte dai residenti e che macchia irrimediabilmente l'immagine della piazza punto d'arrivo per decine di migliaia di turisti che scelgono di arrivare a Napoli in treno. 
 

 

Nel pomeriggio di ieri una operazione congiunta condotta dalla polizia di Stato e dalla polizia Municipale ha ripulito l'area. Ma appena le sirene sono andate via i rom sono ritornati alla carica occupando nuovamente gli spazi da dove erano stati sgomberati. Stamattina, infatti, l'intero slargo - come segnalato anche dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, che ha sollecitato un nuovo intervento da parte dei caschi bianchi del Comune -era occupato da vestiti, scarpe, piccoli oggetti di elettronica ed altra chincaglieria raccattata dai cassonetti e inseriti in un circuito economico che ha alla base gli extracomunitari. Proprio gli extracomunitari - in massima parte africani - sono i clienti privilegiati del mercatino della monnezza, uno dei principali business, insieme al monopolio dell'accattonaggio, alla prostituzione e ai piccoli reati predatori, delle diverse comunità rom che popolano l'area di Gianturco e piazza Garibaldi. Un mercato che può fruttare ai "capizona" che controllano l'andamento dei traffici anche diverse migliaia di euro al giorno. 

Popolari, popolarissimi i prezzi dei capi di abbigliamento che provengono in massima parte dal saccheggio continuo e sistematico, da parte di squadre di giovanissimi rom addetti proprio a questo "servizio", dei cassonetti che contengono gli abiti usati. Un paio di scarpe completo di lacci e ancora in discrete condizioni viene rivenduto a 2 euro. Stesso prezzo per pantaloni e magliette privi di buchi e macchie indelebili. Prezzi leggermente superiori per i giubbotti, che hanno prezzi che partono dai 5 euro per i capi "leggeri" e fino ai 10 euro dei giubbotti più pesanti. 

I controlli e gli sgomberi da parte delle forze dell'ordine non possono bastare ad arginare un fenomeno che sembra essere impossibile da debellare in mancanza di sequestri organizzati. L'unico mezzo per impedire lo svolgimento del mercato della monnezza, infatti, sarebbe proprio il sequestro del materiale e lo svuotamento più preciso e puntuale dei cassonetti dei rifiuti da parte degli uomini di Asìa.
Negli scorsi mesi, nel corso di un incontro tra l'assessore Clemente e i cittadini del Vasto, fu promesso l'invio di compattatore di rifiuti che doveva servire, nelle intenzioni di palazzo San Giacomo, a sottrarre ai mercatali della disperazione la merce da rivendere. A distanza di diversi mesi, però, l'invio del compattatore resta ancora lettera morta.

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