È scattato il conto alla rovescia per il bando che metterà sul mercato il Tpl - Trasporto pubblico locale - sia quello su ferro che quello su gomma e di conseguenza Anm e il Comune di Napoli si troveranno a un bivio. Partecipare e competere per vincere e non privatizzare l’asset più importante del Municipio, magari con il sostegno di un partner istituzionale di spessore e mettere in cassaforte il Tpl. Oppure non partecipare e - fatte salve le garanzie di legge per il Tpl - lasciare al mercato ogni possibile sviluppo.
Ma la strada che intende perseguire con forza il sindaco Gaetano Manfredi è la prima e su questo non sembrano esserci dubbi. Sostenuto dai buoni risultati dell’Anm che ha chiuso un altro bilancio in utile e dalle maestranze oltre che dal Consiglio comunale. A lanciare la gara sarà la Regione entro la fine dell’anno: tutto dovrà essere pronto per il primo gennaio del 2025. Perché la Regione? Perché rifiuti, trasporti e sanità sono tre mission istituzionali esclusive dell’ente di Santa Lucia, tocca alla Regione l’organizzazione e le strategie per il servizio. Perché proprio ora? La gara va bandita è una normativa europea la Regione non può non bandirla, anzi dalle nostre parti siamo già in notevole ritardo. Fino a fine anno il Comune manterrà il servizio in house grazie alla cessione della delega su Napoli da parte della Regione.
Tra Comune e Regione la sfida sui trasporti è partita da tempo, almeno un anno, ovvero quando c’è stato il no secco di Manfredi a un’azienda unica dei trasporti sotto la guida di De Luca. Oggi le posizioni a livello politico sono abbastanza chiare: non c’è accordo su nulla con la Regione pronta a tagliare anche i finanziamenti sul Tpl se il Municipio non si farà trovare pronto all’appuntamento con la gara. «Non tagliamo noi - fanno sapere dalla Regione - ma è la legge che ce lo impone».
Con i sindacati che sentono odore di bruciato e già hanno fatto un vertice sull’argomento con il prefetto Michele Di Bari: «Quello che noi chiediamo - racconta Fulvio Fasano dell’Ugl - è la chiarezza da tutte le parti in campo. Che significa tutela dei posti di lavoro e dei lavoratori e garanzie per un vero trasporto pubblico che sia autenticamente tale. Noi non diciamo di no al mercato, ma vogliamo sedere allo stesso tavolo degli enti locali e lavorare insieme a loro. Perché una delle strade che si può immaginare è trovarsi un partner istituzionale che garantirebbe tutti. Dobbiamo essere attori del processo».
La procedura per andare sul mercato prevede prima del bando una manifestazione di interesse dove si inizieranno a valutare le proposte e i soggetti in campo quelli ritenuti più affidabili e convenienti poi parteciperanno alla gara vera e propria. La struttura del bando comunque è già nota e in qualche modo rispecchia quella che potrebbe essere la strategia del Comune. A gara sarà messo il Lotto 5 - i primi 4 già sono stati avviati ed espletati e riguardano l’area metropolitana di Napoli dove il Tpl su gomma vede concorre solo Bus Italia società delle Fs - un lotto diviso in due tranche.
Il 5.1 con dentro il Tpl su gomma e il 5.2 dove c’è tutto il trasporto su ferro cioè la Linea 1 e quelle che andranno in esercizio nei prossimi anni, le funicolari e le infrastrutture vale a dire stazioni e officine. Potrebbe essere un indizio del fatto che Anm possa fare un doppio ragionamento sulle gare. Di sicuro c’è che lo spacchettamento del Tpl è un fatto concreto. Fonti vicine al sindaco però rassicurano sulla strategia del Comune: «Non ci sono rischi di privatizzazione Anm parteciperà e vincerà la gara. Anm - fanno sapere dal Comune - è un asset fondamentali sta dimostrando solidità è correttezza nella gestione e ha la solidità per partecipare alle gare e ovviamente continuare a offrire anche il servizio su gomma in città».
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