Andrea Sannino contro le manifestazioni di Roma e Codogno: «Sono indignato»

Andrea Sannino in una diretta Facebook
Andrea Sannino in una diretta Facebook
di Gennaro Morra
Mercoledì 3 Giugno 2020, 17:39 - Ultimo agg. 17:56
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«Perché c’era tanta gente in piazza a manifestare, mentre i concerti sono ancora vietati?». Andrea Sannino si è posto questa semplice domanda, guardando le fotografie della manifestazione organizzata da Lega e Fratelli d’Italia a Roma in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno. Immagini di un mega assembramento che non sono piaciute al cantautore partenopeo, pensando che i lavoratori del comparto dello spettacolo sono fermi da mesi proprio per il divieto di adunare folle di spettatori in luoghi chiusi o aperti. E anche la calorosa accoglienza che Codogno ha riservato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha lasciato molto confuso.
 


Così l’interprete di Abbracciame ha voluto esprimere la sua perplessità in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook: «Guardo queste foto e provo profonda indignazione – scrive Sannino, allegando un’immagine della manifestazione romana a cui, in un secondo momento, ha aggiunto quella della visita di Mattarella a Codogno, accolta da una folla nutrita – I concerti in piazza questa estate saranno vietati. Gli artisti non li cito: né io, né nessuno dei miei colleghi in questo periodo si è mai lamentato di qualcosa, anche quando, decreto dopo decreto, la nostra categoria non c’era mai. Ma, vedendo questa foto, la rabbia istintivamente mi è salita alla testa, e mi scuso con le persone che mi seguono che sanno benissimo che non è da me “incazzarsi”».

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E poi prosegue con tono pacato ma deciso: «Scusatemi tutti, ma come si fa a non pensare, per il mio settore, a fonici, disegnatori luci, tecnici di palco, fattorini, musicisti e a tutti gli operai del mondo dei concerti in piazza, che semplicemente hanno capito che “non esistono”, che possono pure morire di fame!? Conosco fonici che hanno dovuto trovarsi un altro lavoro per sopravvivere, tutto in nome di una legge che a loro toglie il diritto di lavorare e sopravvivere, mentre a un partito politico concede tutto senza nessun problema».
 
Una presa di posizione che, palesemente, non è dettata da un’appartenenza politica, ma dalla volontà di difendere i lavoratori di un comparto: «Questo mi mancava: con la musica ci si ammala, ci si contagia, con la politica invece no – ironizza l’artista –. Sia chiaro: a me non importa di quale manifestazione si tratta o a che partito appartiene questa foto. Ho visto anche altre foto di colore politico opposto e di altri assembramenti vari (ho pubblicato apposta due immagini e due piazze diverse, una addirittura con il presidente Mattarella!!). Io non ce l’ho con i manifestanti, che sono semplici cittadini come me, ma ‘sta foto mi fa incazzare a prescindere, senza colori. Mi fa incazzare perché mi confonde». 
 
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Opportune puntualizzazioni, che però non sono servite a evitare che tra gli utenti che si sono affrettati a commentare il post scoppiasse un’aspra polemica tra opposte fazioni politiche: «Ti stimavo come cantante, cerca di fare solo quello – scrive per esempio Roberto –. Questa gente è scesa in strada anche per gli artisti che parlano parlano e non si espongono, perché da sempre foraggiati dalla sinistra». E Michele gli risponde: «Caro signore, queste persone sono solo burattini in cerca di un selfie con i cazzari che per anni hanno rubato al popolo e fatto solo promesse mai mantenute».
 
Un botta e risposta che restituisce il clima che si è venuto a creare sotto il post di Andrea Sannino, invitato da qualcuno a continuare a fare il cantante senza schierarsi politicamente. Toni accesi che lui stesso ha cercato di attenuare con una lunga diretta video, in cui è tornato a spiegare i motivi della sua indignazione: «Io non contesto quelle manifestazioni, chi le ha organizzate o chi ha partecipato – ha detto tra le altre cose –. Voglio solo capire perché sono state autorizzate, mentre i concerti sono vietati. Io guardo quelle foto e vedo la folla di un concerto, qual è la differenza? Allora, forse, non c’è più pericolo negli assembramenti? Se è così, ce lo dicessero e noi possiamo tornare a suonare nelle piazze.
Io non chiedo altro».

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