Coronavirus a Napoli, operatrice sanitaria denuncia: «Un cavillo per farmi pagare la Tangenziale»

Tangenziale di Napoli gratis per il personale sanitario
Tangenziale di Napoli gratis per il personale sanitario
di Gennaro Morra
Giovedì 16 Aprile 2020, 21:19
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Da un paio di settimane tutto il personale sanitario impegnato nella lotta contro il coronavirus è esentato dal pagamento dei pedaggi autostradali su tutto il territorio italiano. Un’agevolazione riconosciuta anche dalla Tangenziale di Napoli, che lo scorso 3 aprile comunicava che a partire da quel giorno, e per tutta la durata dell’emergenza dovuta all’epidemia da Covid-19, scattava l’esenzione per tutti gli operatori sanitari che per motivi lavorativi legati a tale emergenza avrebbero avuto necessità di percorrere l’A56. E per ottenere l’esonero, gli interessati avrebbero dovuto inviare l’autocertificazione a un indirizzo e-mail predisposto a raccogliere questa documentazione.
 
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Indicazioni seguite alla lettera anche da Rita, che prima di trasmettere i propri dati si era assicurata che l’esenzione valesse anche nella sua particolare situazione: «Io utilizzo un dispositivo Telepass intestato a mio marito e prima d’inviare la dichiarazione telefonai sia alla Società Autostrade sia la stessa Telepass per chiedere se questo particolare fosse un problema, ma mi assicurarono che avrebbero tenuto conto solo della targa dell’auto, che è intestata a me, e della tratta percorsa – ha spiegato l’operatrice socio sanitaria in sevizio all’ospedale Cardarelli di Napoli nel corso della trasmissione radiofonica La Radiazza in onda su Radio Marte –. Invece finora Telepass ha continuato a prelevare il costo dei miei pedaggi sul conto cointestato a me e mio marito. E ieri ho ricevuto una’e-mail dall’Aiscat (l’associazione che riunisce i concessionari di autostrade e trafori, ndr) dove motivano i prelievi col fatto che io non sono intestataria del Telepass, proponendomi l’invio di un dispositivo intestato a me entro cinque/sette giorni lavorativi».
 
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale e membro della Commissione Sanità della Regione Campania, Francesco Emilio Borrelli: «Molti medici e infermieri sono sposati e capita spesso che abbiano auto e Telepass intestati al coniuge – ha spiegato l’esponente dei Verdi –. Queste persone hanno chiamato l’Anas e la Tangenziale di Napoli per capire come dovevano muoversi, sentendosi rispondere che bastava comunicare la targa del veicolo su cui viaggiavano e la tratta percorsa per andare a lavoro».
 
Per cui, secondo Borrelli, nel caso specifico dell’oss in servizio al Cardarelli c’è da fare chiarezza: «Rita ha inviato tutti i dati richiesti, dopo essersi assicurata che non contasse il fatto che il Telepass non era intestato a lei, scoprendo dopo 20 giorni che non era così e con la prospettiva di ricevere un dispositivo Telepass intestato a lei solo tra una settimana. Questo significa che per un mese non ha potuto usufruire dello sconto e che potrà goderne al massimo per una settimana». Poi accusa: «Sento puzza di cavillo posto per ridurre al minimo il vantaggio che dovrebbero avere infermieri e medici, un modo burocratico per non riconoscergli un’agevolazione tanto sbandierata pubblicamente». E conclude: «Quello di Rita non è un caso isolato, ce ne sono tanti nella sua stessa situazione, e andremo avanti per approfondire la questione. Aspettiamo risposte da chi deve spiegare perché non si è proceduto com’era stato scritto e assicurato».
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