Napoli, la beffa delle multe pazze:
il sindaco non le annulla

Napoli, la beffa delle multe pazze: il sindaco non le annulla
di Paolo Barbuto
Giovedì 24 Settembre 2020, 10:12
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Messaggi alla tv, in radio, tramite social e pure un comunicato ufficiale di Palazzo San Giacomo: «Il Comune annullerà le multe, a breve faremo una delibera», parola di Luigi de Magistris. Ieri la delibera è arrivata ma non annulla le multe, si tratta di un documento che detta linee di indirizzo politico e amministrativo «ai competenti uffici, di porre in essere ogni azione finalizzata all'annullamento delle multe elevate per l'accesso nelle Aree Pedonali provvisorie...».

Adesso qualcuno di voi starà pensando che un sindaco non può cancellare le multe perché non rientra fra i suoi compiti (anche perché, se potesse farlo, sarebbe continuamente accusato di favorire parenti e amici). D'accordo, ma se un sindaco non ha la possibilità di annullare le multe, perché dice ufficialmente che le cancellerà? Non farebbe meglio a spiegare ai cittadini che ci sarà un tentativo di annullare le multe e che la vicenda si concretizzerà solo se gli uffici competenti riusciranno a trovare una possibilità burocratica per farlo?

LA RABBIA
Il popolo delle multe pazze che aspettava questa delibera dal giorno in cui era stata promessa, cioè mercoledì 16 settembre, quando l'ha letta s'è sentito tradito. Tutti pensavano di poter tornare a dormire serenamente, tutti hanno scoperto che ci saranno ancora notti insonni da trascorrere.
La questione nasce quando, a giugno, la Giunta decide che, di sera e di notte, la Ztl del Centro Storico dovrà diventare area pedonale. Si tratta di un escamotage per offrire gratuitamente il suolo pubblico agli esercizi in crisi, si tratta di una area pedonale a tempo perché a ottobre andrà chiusa, sicché c'è poca attenzione a comunicare la novità alla cittadinanza. C'è tanta attenzione, però, ad attivare la telecamera che sforna verbali a ritmo serrato: in due mesi, giugno e luglio sono 172mila. Ma iniziano ad arrivare dal primo di settembre: così nel giro di una settimana chi è passato nella Ztl di sera, quando pensava che fosse consentito, si è ritrovato sulla scrivania valanghe di verbali. Chi ne ha avuti meno di dieci è felice, ci sono napoletani che ne hanno avuti quaranta, cinquanta, anche settanta.

LA SVOLTA
Il popolo dei tartassati a inizio settembre si raduna su una pagina Facebook, inizia a protestare e minaccia il ricorso alle vie legali, così si smuovono le acque e arriva l'intervento del sindaco in persona: faremo annullare le multe.
Poi però la delibera si è limitata a un atto di indirizzo. Cos'è lo spiega con chiarezza il segretario comunale nel parere allegato allo stesso documento: «L'atto di indirizzo non ha contenuti amministrativi direttamente eseguibili, bensì disegna una cornice che deve poi essere sviluppata con successivi atti che, a seconda dei casi, possono essere provvedimenti gestionali dei dirigenti, oppure richiedere la previa approvazione di ulteriori atti da parte di altri Organi nonché, ancora, può rendersi necessaria l'attivazione di altre Istituzioni».
Insomma quel documento non ha alcun effetto amministrativo, non cancella nessuna multa, chiede solo che qualcuno faccia qualcosa. E proprio dopo aver letto i chiarimenti del segretario comunale, il popolo dei tartassati è andato in tilt: si stanno organizzando per manifestare a palazzo San Giacomo, hanno deciso di correre in massa dagli avvocati maledicendo il momento in cui hanno deciso di attendere che la promessa del sindaco divenisse realtà.
Come se non bastasse c'è un altro documento nel quale si spiega che i veicoli dei residenti, quelli diretti ad hotel e autorimesse, i commercianti, insomma tutti gli autorizzati alla Ztl, possono iscrivere i propri mezzi su un sito del Comune dove potrebbe partire la procedura di cancellazione.
Nessun cenno ai non residenti o non autorizzati alla Ztl. Vuoi vedere che solo loro pagheranno?
 

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