Incurabili, San Gennaro e Annunziata: arriva il piano di recupero per i tre storici ospedali di Napoli

Incurabili, San Gennaro e Annunziata: arriva il piano di recupero per i tre storici ospedali di Napoli
di Emiliano Caliendo
Martedì 12 Luglio 2022, 17:46 - Ultimo agg. 13 Luglio, 07:29
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Presentato oggi a Palazzo Santa Lucia, alla presenza del presidente di Regione Vincenzo De Luca e del direttore generale dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, il piano di recupero e rifunzionalizzazione di tre ospedali del Centro Storico di Napoli, nei quali saranno realizzate inoltre tre Case di Comunità — nuovi strumenti del Servizio Sanitario Nazionale su cui il Pnrr punta molto — destinate all’assistenza sociosanitaria di prossimità. Un investimento totale di quasi 160 milioni di euro finanziato grazie a fondi Por Fesr, Pnrr, regionali e nazionali.

A beneficiare degli interventi tre ospedali storici: il Complesso Santa Maria del Popolo degli Incurabili nel quartiere San Lorenzo, comunemente chiamato Incurabili, l’ospedale San Gennaro dei Poveri, sito nel Rione Sanità, e l’ospedale Infantile Santissima Annunziata a Forcella. Soddisfatto il governatore della Campania De Luca: «Si tratta d’interventi importanti dal punto di vista sanitario — dice — perché realizziamo Case di Comunità e Ospedali di Comunità nel cuore del centro storico. In particolare, all’Annunziata valorizziamo la vocazione storica del nosocomio, realizzando un ospedale materno infantile.

Agli Incurabili recuperiamo la Farmacia Storica, quindi si tratta anche di un recupero storico-culturale di un edificio importante. Al San Gennaro avremo molte attività di riabilitazione, oltre che una Casa di Comunità, poliambulatori, centri prelievi e così via». «Uno sforzo gigantesco – aggiunge – che avrà una ricaduta da un punto di vista sanitario, culturale e della riqualificazione urbanistica di parti decisive del Centro Storico di Napoli. A ciò si aggiungerà il progetto in corso, e in fase di realizzazione, del nuovo ospedale Santobono a ridosso dell’ospedale del Mare. Complessivamente investiamo nella città di Napoli 1 miliardo di euro in strutture ospedaliere-sanitarie. Uno sforzo importante che merita un apprezzamento».

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Ma andiamo con ordine. L’intervento per l’ospedale degli Incurabili, a mezzo servizio dal marzo del 2019, a seguito del cedimento di una chiesa del Complesso, ammonta a 106,8 milioni di euro. Le destinazioni funzionali sanitarie previste sono quelle di Casa della Comunità (con servizi diagnostici e ambulatoriali), lungodegenza (20 posti letto), recupero e riabilitazione funzionale (36 posti letto), Ospedale di Comunità (15 posti letto), centro diurno demenze (16 posti letto). L’Ospedale, nato nel 1521 per volontà della beata Maria Lorenza Longo, si trova all’interno di un complesso monumentale dal grande pregio storico, per cui saranno valorizzati anche gli spazi con funzioni non sanitarie come il Museo delle Arti Sanitarie, la Farmacia Settecentesca, la biblioteca, il Digital Innovation Hub, un centro convegni e concerti e, ovviamente, gli alloggi residenziali presenti. Questione spinosa quest’ultima, in quanto 21 nuclei familiari furono sgomberati, per motivi di sicurezza, dalle abitazioni di via della Consolazione — inglobate nel complesso monumentale — a seguito del crollo nella primavera del 2019. Sul punto il direttore Verdoliva è stato molto chiaro: «Le unità abitative entrano a pieno titolo nei lavori. Chi conserverà ancora il titolo a rientrare negli alloggi, rientrerà contrattualizzando nuovi accordi. E soprattutto sanando le situazioni precedenti con l’Asl, considerando che c’erano occupanti addirittura sine titulo. Qualora i lavori dovessero essere realizzati per lotti – rassicura il manager – gli alloggi rientreranno nel primo lotto utile». Allo stato attuale, il progetto definitivo per la riqualifica degli Incurabili è stato approvato. Ed è in corso la conferenza dei servizi per l’acquisizione delle autorizzazioni finali, su tutte quella della Soprintendenza, considerando i numerosi vincoli di carattere storico-artistico a cui è sottoposto il Complesso Monumentale. I lavori dovrebbero iniziare nell’aprile 2023 per concludersi lo stesso mese di tre anni dopo, nel 2026.

Tempi più brevi, invece, per il San Gennaro e l’Annunziata. Per il nosocomio della Sanità l’investimento sarà di 28 milioni di euro (di cui 15 in fase di determinazione) e vedrà oltre alla Casa della Comunità, la presenza di un Ospedale di Comunità (20 posti letto), un Suap (10 posti letto), un Hospice (10 posti letto) e una Struttura Intermedia Residenziale – acronimo Sir - (18 posti letto). Per quest’ultima, dedicata al trattamento di pazienti affetti da disturbi psichiatrici che necessitano di interventi terapeutico-riabilitativi o di interventi di supporto sociosanitario, effettuabili in regime residenziale, l’inizio dei lavori è previsto entro la fine di questo mese per concludersi nel marzo 2023.

Per i restanti servizi, una volta approvato il progetto esecutivo, i cantieri dovrebbero aprire nel giugno 2023 e chiudere definitivamente nel dicembre 2025.

L’Annunziata, infine, non perderà la sua vocazione storica di ospedale specializzato nella cura dei bambini e delle giovani madri, ruolo assunto sin dal Medioevo. Non a caso nel 1876 lì nacque la prima clinica pediatrica d’Italia. Per l’ospedale di Forcella, la Regione Campania infatti prevede un’Uccp Pediatrica, una Casa della Comunità, un Ospedale di Comunità pediatrico (20 posti letto), un Day Hospital (18 posti letto), una Day Surgery (22 posti letto) e una Centrale Operativa Territoriale. Tempistiche dei lavori? Inizio nel febbraio 2023, ultimazione entro gennaio 2025. Costo totale? 27,5 milioni di euro prelevati dalle linee di finanziamento di Piano Operativo Cultura e Turismo, Fondo Sociale di Coesione, Contratto Istituzionale di Sviluppo del Centro Storico di Napoli (fondi del ministero della Cultura) e fondi della Missione 6 Capitolo 1 del Pnrr.

«Il personale sarà utilizzato per quello che già c’è. Stiamo parlando di strutture che già esistono e che riqualifichiamo dal punto di vista delle funzioni. È chiaro che poi dovremo lavorare per avere ulteriore personale, ma in questo caso interveniamo in strutture ospedaliere che già funzionano», fa sapere il titolare di Palazzo Santa Lucia. «Il problema drammatico — puntualizza De Luca — si presenta quando bisognerà realizzare Case di Comunità ex novo, dove non c’è nessun personale preesistente. Per cui bisognerà fare nuove assunzioni su cui non è prevista nessuna copertura finanziaria. E questo è un problema che rimane aperto perché, come sostengo, abbiamo il Ministero della Salute che è virtuale in questo momento in Italia». De Luca torna dunque ad accusare Roma, in particolare il ministro della Salute Roberto Speranza, sul riparto dei fondi per la sanità: «Dovremmo andare a piedi a Pompei per il miracolo che sta facendo la Regione Campania. Quello che stiamo facendo, lo facciamo con 10mila dipendenti in meno e 300 milioni di euro derubati alla Campania ogni anno. Quello che si sta facendo con il personale e le risorse disponibili è un miracolo e sfido chiunque ad affermare il contrario».

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