«Rischio contagi»: è rivolta per il nuovo
pronto soccorso di Castellammare

«Rischio contagi»: è rivolta per il nuovo pronto soccorso di Castellammare
di Fiorangela d'Amora
Mercoledì 2 Dicembre 2020, 09:37
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Infermieri e medici sul piede di guerra per la riorganizzazione del pronto soccorso dell'ospedale San Leonardo. I nuovi spazi individuati non sono idonei e nel nosocomio stabiese già si pensa alla terza ondata della pandemia. Sebbene la fila delle ambulanze all'esterno sia finalmente solo un ricordo, la sistemazioni di nuovi e vecchi reparti preoccupa la Fials che chiede la mobilitazione del sindaco, della società civile, degli altri sindacati per impedire una soluzione che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza di operatori e pazienti. Il personale sanitario è in stato di agitazione e il motivo principale sono i locali dove sarà a breve aperto il pronto soccorso pulito che è stato individuato nei locali ex pronto soccorso ala storica, adiacente al servizio farmacia. «Come si vuole regolare l'entrata dei pazienti? - chiede Gennaro Iovino responsabile territoriale della Fials - L'accesso attuale consiste in una ripida rampa non a norma, dove per trasportare l'ammalato con sedia o l'apposita barella ci vogliono minimo quattro operatori per spingere e frenare la stessa barella».

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I locali nuovi dove fino a pochi mesi fa era in funzione il pronto soccorso, oggi dedicati solo al Covid, avevano un'ampia sala per l'accettazione, porte blindate per assicurare la sicurezza di medici e pazienti, locali a norma. «La gravissima emergenza che si vive al piano terra del San Leonardo - prosegue Iovino - mette a rischio di contagio tutti gli operatori e i pazienti che arrivano unitamente con i propri familiari che rischiano quotidianamente di infettarsi. L'entrata indiscriminata dei parenti che sostano vicino agli ammalati sospetti positivi e quant'altro, senza nessun tipo di filtraggio che dovrebbe impedire a questo flusso di persone dI accedere nei locali del pronto soccorso.

I percorsi puliti e sporchi camminano a braccetto senza nessuna distinzione». La Fials denuncia anche le modalità di apertura di un reparto di terapia intensiva e sub intensiva. «Si è pensato a formare il personale, in vista della prossima apertura dei reparti intensivi? Si tratta di un'unità che prevede attrezzature ad alta tecnologia e sistemi di monitoraggio parametrici. Pertanto - conclude Iovino - è necessaria una formazione adeguata al personale sanitario tutto, al fine di erogare un'adeguata risposta assistenziale». Su tutte le criticità, la maggiore riguarda proprio il rischio di contagio tra le corsie del San Leonardo: «Il permanere nelle condizioni attuali espone i pazienti e tutto il personale ad un grave rischio di contagio e non garantisce i minimi livelli assistenziali». Un allarme lanciato anche dai responsabili medici che chiedono azioni immediate ai dirigenti dell'Asl Na3Sud.

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«La situazione ormai si fa sempre più insostenibile - dice il consigliere comunale di Leu, Tonino Scala - ritardi incomprensibili ed inaccettabile di lavori, annunciati e mai iniziati». Scala è dalla parte di un personale «allo stremo, la dotazione organica è insufficiente e non possiamo rischiare anche di farlo ammalare e ancora oggi parliamo di forniture di Dpi carenti. A questo si aggiunge l'entrata indiscriminata dei parenti che sostano vicino agli ammalati sospetti positivi, alimentando un vortice». Il numero dei positivi in città ha superato quota 1500, coinvolgendo anche due neonati e diversi adolescenti. Arriva invece finalmente l'ufficialità da parte dell'Asl sul numero dei morti che arriva a 19 dall'inizio della pandemia.
 

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