Infermieri e medici sul piede di guerra per la riorganizzazione del pronto soccorso dell'ospedale San Leonardo. I nuovi spazi individuati non sono idonei e nel nosocomio stabiese già si pensa alla terza ondata della pandemia. Sebbene la fila delle ambulanze all'esterno sia finalmente solo un ricordo, la sistemazioni di nuovi e vecchi reparti preoccupa la Fials che chiede la mobilitazione del sindaco, della società civile, degli altri sindacati per impedire una soluzione che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza di operatori e pazienti. Il personale sanitario è in stato di agitazione e il motivo principale sono i locali dove sarà a breve aperto il pronto soccorso pulito che è stato individuato nei locali ex pronto soccorso ala storica, adiacente al servizio farmacia. «Come si vuole regolare l'entrata dei pazienti? - chiede Gennaro Iovino responsabile territoriale della Fials - L'accesso attuale consiste in una ripida rampa non a norma, dove per trasportare l'ammalato con sedia o l'apposita barella ci vogliono minimo quattro operatori per spingere e frenare la stessa barella».
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I locali nuovi dove fino a pochi mesi fa era in funzione il pronto soccorso, oggi dedicati solo al Covid, avevano un'ampia sala per l'accettazione, porte blindate per assicurare la sicurezza di medici e pazienti, locali a norma. «La gravissima emergenza che si vive al piano terra del San Leonardo - prosegue Iovino - mette a rischio di contagio tutti gli operatori e i pazienti che arrivano unitamente con i propri familiari che rischiano quotidianamente di infettarsi. L'entrata indiscriminata dei parenti che sostano vicino agli ammalati sospetti positivi e quant'altro, senza nessun tipo di filtraggio che dovrebbe impedire a questo flusso di persone dI accedere nei locali del pronto soccorso.
«La situazione ormai si fa sempre più insostenibile - dice il consigliere comunale di Leu, Tonino Scala - ritardi incomprensibili ed inaccettabile di lavori, annunciati e mai iniziati». Scala è dalla parte di un personale «allo stremo, la dotazione organica è insufficiente e non possiamo rischiare anche di farlo ammalare e ancora oggi parliamo di forniture di Dpi carenti. A questo si aggiunge l'entrata indiscriminata dei parenti che sostano vicino agli ammalati sospetti positivi, alimentando un vortice». Il numero dei positivi in città ha superato quota 1500, coinvolgendo anche due neonati e diversi adolescenti. Arriva invece finalmente l'ufficialità da parte dell'Asl sul numero dei morti che arriva a 19 dall'inizio della pandemia.