Hikikomori a Napoli, esperti a confronto: «Il mondo in una stanza»

Si parte dai 14 anni ma numerosi sono i casi registrati tra gli under40

Hikikomori a Napoli, esperti a confronto: «Il mondo in una stanza»
Hikikomori a Napoli, esperti a confronto: «Il mondo in una stanza»
di Mariangela Barberisi
Lunedì 18 Settembre 2023, 10:00
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«L'isolamento sociale non è pigrizia, è ansia, pressione sociale. Il nostro compito non è solo quello di sensibilizzare l'opinione pubblica, ma anche inviare un messaggio alle famiglie che hanno figli con questa problematica e far sapere loro che non sono soli». È l'appello lanciato da Marco Crepaldi, lo psicologo che nel 2013 ha fondato Hikikomori Italia, un progetto di sensibilizzazione sul tema dell'isolamento sociale volontario e che il 30 settembre riunirà a Napoli, presso l'hotel Ramada, gli esperti e i genitori legati all'associazione. 

Hikikomori non sono neet, ma ragazzi che non riescono a gestire i rapporti con i coetanei, scelgono di chiudersi in casa e poi in camera per mesi e nei casi più gravi anche per anni.

Con il tempo in molti interrompono anche la comunicazione con i genitori, non frequentano la scuola che spesso non è in grado di supportare né il ragazzo né la famiglia. «Ho scoperto questo tipo di problematica nel 2012 da studente - ha spiegato Crepaldi - e negli ultimi dieci anni sono entrato in contatto con oltre quattromila famiglie, oggi sono tanti i genitori preoccupati per l'annuncio da parte del governo di un provvedimento che preveda il carcere per chi non manda i figli a scuola. Non si tratta di persone irresponsabili. È necessario fare chiarezza e valutare caso per caso». Si parte dai 14 anni ma numerosi sono i casi registrati tra gli under40.

Gli hikikomori sono adolescenti e giovani adulti che decidono di isolarsi dalla vita sociale per lunghi periodi di tempo. Il termine è di origine giapponese e tradotto significa proprio stare in disparte ed è tra la popolazione del Sol Levante che sono partite le prime ricerche per censire i casi in tutto il Paese.

L'obiettivo dell'associazione in Italia, guidata dalla presidente Elena Carolei, è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica.

Mancano dossier e dati ufficiali perché secondo quanto evidenziato dall'associazione Hikikomori Italia, una ricerca che possa avere una valenza scientifica realistica andrebbe estesa anche ai ragazzi che hanno abbandonato la scuola, gli studenti che non rientrano nelle storie di negligenza da parte delle famiglie e agli adulti che non riescono a rientrare nel mondo del lavoro. I più giovani spesso ricevono o hanno ricevuto pressioni da una scuola sempre più competitiva che giudica gli studenti in base ai numeri, altri sono vittime di bullismo, ciascuno ha una propria storia alle spalle ma se non aiutati in tempo rischiano di perdersi tra le mura della propria stanza. 

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Il primo campanello d'allarme è l'isolamento estremo; rifiutano un supporto psicologico perché non riconoscono di avere un problema ma sentono di essere diversi. I genitori sono i primi a contattare l'associazione e il percorso parte inizialmente proprio con loro per aiutarli a non perdere il dialogo con chi sceglie di allontanarsi dalla società. 

Ed è così che nel 2017 è stata istituita anche l'Associazione Hikikomori Italia Genitori che raggruppa e organizza eventi e gruppi di supporto da Nord al Sud. L'Associazione, oltre a seminari, incontri nelle scuole ed eventi nazionali, opera attraverso settanta gruppi di auto mutuo aiuto gratuiti coordinati da psicologi per aiutare coloro che condividono il proprio quotidiano con chi vive questo profondo disagio sociale. 

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