Pompei, l'ultima scoperta è l'antica conceria: così si lavoravano le pelli

L'area riaperta al pubblico dopo molti ritardi

Apre l'antica conceria di Pompei
Apre l'antica conceria di Pompei
di Raffaele Perrotta
Martedì 4 Luglio 2023, 10:21 - Ultimo agg. 12:00
3 Minuti di Lettura

Gli scavi di Pompei non smettono di sorprendere con i ritrovamenti e con il recupero la fruizione di spazi già noti. È stata riaperta al pubblico l'antica conceria, il più grande impianto artigianale per la lavorazione delle pelli, dopo importanti lavori di restauro frutto di una sinergia tra il Parco archeologico e il gruppo Unic-Concerie italiane lineapelle. Si tratta di un edificio della Regio I degli scavi, l'insula 5, messo in luce alla fine dell'800 ed identificato come conceria sulla base di numerose testimonianze, a partire da quelle epigrafiche agli utensili rinvenuti. Secondo la ricostruzione storica, l'impianto fu installato al posto di un'abitazione più antica intorno alla metà del primo secolo dopo Cristo, pochi decenni prima dell'eruzione che seppellì l'intera valle ai piedi del Vesuvio. Subì danni dal terremoto del 62 e fu rimesso in funzioni con modifiche significative che lo resero ancora più produttivo oltre a conferirgli l'aspetto attuale.

La filiera di lavorazione delle pelli avveniva in settori diversi dell'edificio, distinti per le loro funzioni. Ad esempio, il lavaggio del pellame che richiedeva l'impiego di sostanze maleodoranti veniva effettuato sotto il porticato o, probabilmente, sulle rive del fiume Sarno.

La concia, invece, avveniva all'interno delle quindici vasche ancora conservate in uno degli ambienti. Quindi, la battitura delle pelli si teneva sotto l'area porticata, mentre la lavorazione si ultimava nei piccoli ambienti che si susseguono nel lato est del peristilio.

«Viene restituito alla fruizione un altro importante luogo degli scavi, che siamo sicuri sarà apprezzato dai tanti visitatori che in questi ultimi mesi hanno scelto Pompei come meta dei loro viaggi - ha dichiarato il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel - La proposta di inserirlo in un itinerario di impianti artigianali è finalizzata a raccontare anche gli aspetti di una città produttiva e commerciale, e non solo la Pompei delle domus con magnifici affreschi».
Il restauro è stato sostenuto dal gruppo UNIC-Concerie Italiane Lineapelle, la maggiore realtà associativa delle aziende conciarie italiane, che ha così dato vita a una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato. Secondo il direttore di Unic Fulvia Bacchi, «è un omaggio alla storia che attraverso la valorizzazione delle radici della nostra attività ci consente di creare un ponte tra antiche tradizioni e futuro». Mentre per il presidente di Lineapelle Gianni Russo aggiunge: «Crediamo che le aziende possano essere aggregatrici di interessi sociali, di stimolo nei territori di riferimento». 

Video

L'apertura della conceria si inserisce nella nuova proposta del Parco archeologico di Pompei, di itinerario delle botteghe artigiane che dal 30 giugno fino al primo agosto consentirà di visitare alcuni impianti dedicati ad attività di diverso genere. E dunque oltre alla conceria, la Fullonica (l'antica lavanderia), il panificio di Popidio Prisco e la Bottega del garum, dove si produceva il prezioso condimento a base di colatura di pesce. Infine, per il presidente Unic Fabrizio Nuti: «L'industria è espressione del bagaglio culturale di un Paese e la conceria lo è di certo per l'Italia, con il suo ruolo di leadership del relativo comparto riconosciuto a livello internazionale. Il restauro dell'antica conceria di Pompei esprime una sintesi virtuosa del dialogo tra mondo dell'impresa e della cultura con potenziali ricadute benefiche sull'intera collettività».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA