Tempo di analisi del voto per Antonio Bassolino, già primo cittadino di Napoli dal 1993 al 2000, poi presidente di Regione per due mandati, oggi nella nuova veste di consigliere comunale di minoranza a seguito di una campagna elettorale da candidato sindaco che ha deluso le più ottimistiche aspettative. In quello che è stato fino ad un mese fa il suo comitato elettorale, Bassolino mette su un mini-congresso animato dal collettivo "Rigenerazione Democratica”, fondato da Michele Caiazzo, che ha prodotto un corposo documento sui risultati delle ultime amministrative di Napoli. Centoventidue pagine di grafici e dati illustrati dai giovani Marco Melito e Marco Miglione. Tra i presenti, tanti i volti noti del bassolinismo 2.0: dai fedelissimi Guglielmo Allodi ed Angelo Costa, ai candidati alle ultime elezioni comunali, tutti non eletti, come Marco Gaudini (già consigliere comunale nell'ultima consiliatura), Rosanna Laudanno, capolista della lista Bassolino per Napoli, Carlo Falcone, presidente dell’associazione SUDD, l’ex vigile urbano Salvatore Guerriero e Barbara Viscione. Grande assente l’unico consigliere comunale eletto nella coalizione civica di Bassolino, l’ex dirigente del Partito Democratico, Toti Lange.
«Draghi non sapeva nulla dell’esistenza del Patto per Napoli. Questo perché il Patto, sottoscritto per puri scopi elettorale, è stato firmato dai partiti che appartenevano al precedente Governo, quello del Conte bis», tuona Bassolino commentando le difficoltà del sindaco Manfredi ad ottenere un aiuto finanziario per il Comune da parte del Governo centrale. «È emerso che il Patto per Napoli non esiste nella realtà.
L'ex inquilino di Palazzo San Giacomo durante la stagione del cosiddetto "Rinascimento napoletano" degli anni '90, poi precisa quali saranno le sue priorità da consigliere comunale d'opposizione: «Rientrerò con un po’ di emozione in Sala dei Baroni, dopo esserci stato da sindaco. Adesso lo farò da consigliere comunale. Intendo fare il mio dovere verso la città, per questo oggi riflettiamo sul voto. Serve un forte impegno date le prove dure che ci aspettano. Attenzioneremo le questioni sociali. Nel corso della pandemia covid, che ancora non è terminata, la città si è impoverita. Dobbiamo - ha concluso - guardare alle fasce sociali più deboli, alla crescita delle diseguaglianze e ai nuovi poveri.»