Napoli Explosion, la mostra di Mario Amura al Cellaio di Capodimonte

La mostra presenta 37 opere del fotografo Mario Amura che in un progetto sviuppato in oltre 13 anni ha immortalato la festa di fuochi d’artificio della notte di Capodanno

Il fotografo Mario Amura
Il fotografo Mario Amura
Giovedì 14 Dicembre 2023, 15:19
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Oggi 14 Dicembre 2023 si è stata inaugurata al Cellaio, nel Real Bosco di Capodimonte la mostra Napoli Explosion di Mario Amura a cura del Direttore Generale Sylvain Bellenger.

La mostra presenta 37 opere di grandi dimensioni del fotografo Mario Amura che in un progetto sviuppato in oltre 13 anni ha immortalato in veri e propri dipinti fotografici la festa di fuochi d’artificio che il popolo napoletano inscena attorno al Vesuvio nella notte di Capodanno.

«I napoletani esorcizzano la paura che il vulcano esploda, facendo esplodere di luce e colori tutto il golfo di Napoli» dice Mario Amura: «Ogni anno, il 31 dicembre, salgo con una troupe formata da alcuni dei miei amici più cari sul Monte Faito, la montagna che si staglia sul Golfo di Napoli avendo di fronte il Vesuvio.

Da lì catturiamo questa sorta di esorcismo contro le forze inumane del vulcano, del destino. Il risultato, pur essendo, di fatto, un’opera di reportage fotografico è straordinariamente pittorico: i fuochi d'artificio diventano nebulose, animali, paesaggi stellari.»

«Quando mi hanno parlato di Napoli Explosion» dice Bellenger «non potevo immaginare la straordinaria relazione che l’autore aveva stabilito con la luce. La prima cosa che mi ha colpito è stata la gestazione durata oltre tredici anni. Questa ossessione, questa determinazione, la costanza della ricerca di Mario Amura mi hanno davvero intrigato. Osservando le opere mi sono reso subito conto che il tema principale non era il Vesuvio,che appare nelle opere come un’ombra silenziosa, quanto la città sommersa da fuochi d’artificio capaci di trasformare la paura in gioia. Questo è cio’ che Amura ha voluto vedere, ma, nel tempo, il rapporto tra la fotografia e la pittura, il legame tra la fotografia e la luce è diventato il tema del suo lavoro.»

Nelle fotografie di Amura viene sovvertito l’immaginario iconografico del Vesuvio simbolo di Napoli: mentre nelle gouaches e nei capolavori di Turner, Marlow, Volaire, Wharol è colorato della lava che lo inonda in Napoli Explosion, al contrario, il Vesuvio appare, appunto, come un’ombra silenziosa sommersa dall’esplosione dei fuochi dei festeggiamenti di Capodanno.

Dice il curatore della mostra Sylvain Bellenger, «Amura cattura il tempo della luce che finisce per essere il gesto della pennellata. L'effetto trasformativo della realtà messa in atto in Napoli Explosion è tale da riaffermare con forza che la fotografia ha una propria zona immaginaria, una tale libertà immaginaria che non è nemmeno controllata dal fotografo. Il fotografo può giocarci, ma è come il ceramista, non controlla i colori, non può controllare lo smalto della ceramica. È la cottura che determina la densità del colore. E la cottura è difficilmente controllabile. È misurabile ma non è controllabile. Si ha quasi voglia di dire che la fotografia, la fotografia di Amura, è un'arte del fuoco, come la terracotta, come la ceramica».

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«La grande rivoluzione culturale del nostro tempo è collegata all’evoluzione della tecnologia. La digitalizzazione sta trasformando la nostra memoria, il nostro modo di pensare, il nostro modo di organizzare il linguaggio. Napoli Explosion nasce nell’era dell’immagine digitale, ed è il nuovo millennio che celebra con dei fuochi d’artificio che potrebbero essere inventati, e che invece vengono fotografati. E la cosa che più mi colpisce è che è l’arte più antica di cattura tecnica della realtà, la fotografia appunto, a dimostrarsi la più immaginifica».

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