Avellino, doppio senso in corso Umberto: l’ira dei commercianti

Il nuovo dispositivo dopo l'Eurochocolate: "Scelta del sindaco senza consultarci"

Corso Umberto, la nuova segnaletica
Corso Umberto, la nuova segnaletica
di Marco Monetta
Lunedì 5 Febbraio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 17:45
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​Ingresso a senso unico nel cuore antico della città da corso Umberto, l’annuncio del sindaco Festa sta per diventare realtà. Ma non mancano le polemiche di residenti e commercianti della zona. È di qualche giorno fa la comparsa della segnaletica verticale volta a indicare la nuova circolazione così come annunciata dal primo cittadino a metà dicembre.

Dopo cinque mesi di lavori per il rifacimento della strada con l’apposizione di sampietrini coerenti con il resto del centro storico e della rinata piazza Castello, così Festa si esprimeva ai cronisti: «Abbiamo completato uno straordinario intervento di riqualificazione che farà di Corso Umberto il naturale e prestigioso ingresso alla città dalla Porta est. Un lavoro curato nei minimi particolari perché stiamo pensando di realizzare un senso unico in ingresso per fare in modo che chi verrà a visitare Avellino troverà un ambiente più bello e potrà godere della bellezza di Casino del Principe e di Piazza Castello».

Ebbene la rivoluzione annunciata, in tema di viabilità, sarebbe pronta a partire. Ma solo dopo il termine dell’Eurochocolate (in città dal 9 al 14 febbraio ndr). Ne dà conferma in via informale il vice comandante della Polizia Municipale Domenico Sullo. Tradotto in pratica, niente Metro leggera almeno fino a metà mese. All’altezza dei civici 214 e 248, in direzione di via Tedesco, ecco dunque spuntare i cartelli con l’indicazione del doppio senso. A scendere verso Atripalda la carreggiata sarà riservata al trasporto pubblico locale, compresa la metro leggera alimentata a corrente in quel tratto fino all’incrocio con largo Santo Spirito, in prossimità dell’ex convento di San Generoso (da lì fino alla stazione ferroviaria si prosegue a metano ndr).

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A salire verso la parte alta di Corso Umberto ecco dunque le automobili: a indicarlo una freccia celata momentaneamente con del nastro adesivo, ma ad ogni modo ben visibile. Ferma dallo scorso luglio per consentire i lavori lungo la storica arteria, la Metro leggera, dal versante di via Circumvallazione, dovrebbe tornare a occupare la corsia dedicata, mentre le auto costeggerebbero il Conservatorio “Cimarosa”, come già accade adesso. Dagli uffici Air, fino all’altro ieri, nessuna comunicazione è stata ricevuta circa il nuovo dispositivo. Una scelta, quella del doppio senso di marcia, che suscita la contrarietà di residenti e commercianti. Sembra parlare per tutti Roberto Criscito, titolare del tabacchi al civico 326: «Siamo qui da almeno cento anni, parla riferendosi all’attività di famiglia, e a questo punto non nascondo la possibilità di andare via da qui».

C’è amarezza e rabbia nelle parole dell’esercente conosciuto in tutto il circondario e non solo: «Siamo nati e cresciuti qui, qualcuno non lo sa ma abbiamo giocato anche a pallone sul terrapieno del castello. Queste mura sono tutto per noi. Ma questa scelta non ci convince - rincara - perché nessuno ci ha interpellato, a cosa serve questo doppio senso se non ad aumentare solo il traffico e lo smog? Abbiamo i marciapiedi nuovi - sottolinea -, invasi però dagli enormi pali della metro. Ma come prima non ci sono parcheggi - sono tre i nuovi posti ricavati in quel tratto prima di Casino del Principe, la carreggiata in quel tratto è a tutti gli effetti un parcheggio a cielo aperto ndr -, quale sarebbe il beneficio per noi?».

Poi un suggerimento al sindaco: «Parla di bellezza del cuore antico, ma cosa c’è da vedere salendo oltre il Casino? I ruderi del terremoto sono ancora qui e, precisa, il castello con o senza nuova piazza tutti lo abbiamo sempre apprezzato a scendere». Non nasconde l’intenzione, più di una possibilità, di trasferirsi altrove il rivenditore di vini subito dopo il tabacchi. Gli fa eco il giovane gestore del centro scommesse: «Se prima c’era una sosta mordi e fuggi, adesso non avremo più nemmeno quello. Una scelta che non ci convince».