Elezioni comunali 2023, a Pomigliano Pd e M5S dal trionfo alla ritirata

I grillini divisi non presentano la lista spiazzati gli ex alleati: stop campo largo

Raffaele Russo, socialista, candidato per la settima volta
Raffaele Russo, socialista, candidato per la settima volta
di Adolfo Pappalardo e Pino Neri
Sabato 15 Aprile 2023, 23:45 - Ultimo agg. 17 Aprile, 07:20
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Addio al campo largo nell’ex fortino rosso. E addio anche al Pd e ai 5 Stelle che, clamorosamente, decidono ieri mattina, poco prima della scadenza delle 12, di non presentare il proprio simbolo a Pomigliano d’Arco per le Comunali. Un testacoda clamoroso che, di fatto, spiana completamente la strada a Lello Russo: l’ex sindaco potrebbe tornare a guidare il Municipio per la settima volta all’età di 84 anni. Ex roccaforte del Pci negli anni d’oro, poi fortino grillino per il concittadino illustre Luigi Di Maio, questa città operaia di 48mila anime si ritrova oggi senza più simboli di partito. Anche a destra: alle comunali non ci saranno nemmeno i simboli di Fdi, Fi e Lega. È la fuga dei partiti ufficiali per far posto a civiche in cui storie e simboli si mischiano in un sublime sudoku politico. Lì dove una volta i partiti mai avrebbero mancato di esserci, nella contesa. E di bandiera ufficiale rimane solo quella della Fiom-Cgil che, appena un paio di settimane fa, ha stravinto le elezioni di fabbrica nello stabilimento Stellantis, ex santuario delle tute blu. 

Appena due anni fa si battezzò la prima intesa giallorossa col candidato sindaco Gianluca Del Mastro: era l’inizio della riscossa Pd-M5S che qualche mese dopo si prenderà anche Palazzo San Giacomo dopo dieci anni di sonore sconfitte. Ma a febbraio scorso cambia tutto: una congiura incrociata di esponenti grillini fedeli a Di Maio e ribelli pd fa decadere il sindaco con una raffica di dimissioni. Si riparte daccapo. E se il centrosinistra si perde in lunghe strategie, è più lesto Russo, cardiologo in pensione e socialista di lungo corso, che non attendeva altro. Due anni fa, infatti, dovette rinunciare per lo stop dei due mandati. Ci riprova oggi con una serie di civiche in cui trovano posto non solo esponenti di centrodestra ma anche l’ex vicesindaco dem Edoardo Riccio e l’assessore alle Politiche sociali, Salvatore Esposito, fedelissimo di Di Maio. Ma l’ex ministro, sussurrano a Pomigliano, è ormai lontanissimo dalla sua cittadina e in queste ultime vicende politiche non c’entra nulla. C’entrano invece i grillini di rito contiano che al tavolo con gli alleati pretendono il nome del candidato sindaco.

I democrat sono costretti ad accettare anche se il nome proposto, il giornalista 43enne Marco Iasevoli, è per loro indigesto. Per le posizioni considerate ultra-cattoliche e per alcuni post contro la nuova segretaria Elly Schlein.

Ma acconsentono pur di tenere in piedi il patto con l’M5S. Che due sere fa, a poche ore, dalla presentazione delle liste, annuncia candidamente di non averla pronta. Ma che, se voleva, il Pd poteva continuare pure da solo. 

«Abbiamo verificato che non c’erano le condizioni per presentarci alle elezioni - spiega il deputato M5S Alessandro Caramiello, anche a nome della coordinatrice provinciale, Elena Vignati – purtroppo la commistione nel resto della coalizione tra il vecchio e il nuovo era tale che ci ha imposto una battuta d’arresto». Il parlamentare non si sbottona più di tanto ma è chiaro il riferimento alla presenza al tavolo del centrosinistra di esponenti politici locali provenienti da Insieme per Il Futuro, partito, ormai sciolto, del nemico giurato Luigi Di Maio. Ma Caramiello e Vignati non smentiscono che anche nello stesso Movimento Cinque Stelle cittadino ci fossero «attivisti politicamente non in linea con il nuovo corso di Conte». Veleni, sospetti che hanno pesato su questa storia costringendo pure il Pd, lasciato solo, a battere in ritirata.

«Non ci sono le condizioni per un progetto serio e di prospettiva del centrosinistra e per questo abbiamo deciso di non presentare la nostra lista: il ritiro del Movimento Cinque Stelle e il sostanziale dissolvimento del cantiere del centrosinistra ci inducono a fare tabula rasa e ripartire da zero», dicono laconicamente Antonio Misiani, commissario regionale e Giuseppe Annunziata, segretario metropolitano democrat. Notizia che deflagra, ieri mattina, facendo esultare un gruppo di socialisti riuniti a Napoli per la presentazione dell’ultimo libro dell’ex ministro Claudio Martelli.

«Un socialista come Russo è una garanzia», dice l’ex parlamentare Felice Iossa. Evita invece di infierire proprio il sei volte sindaco, ora di nuovo in pista con una coalizione civica data già per vincente e che raccoglie di tutto. Dal Pd alla Lega passando per Forza Italia e i fedelissimi di Di Maio. «Mi dispiace molto - dice Russo - che il Pd non si presenti a queste elezioni. Si tratta di un simbolo che garantisce democrazia non solo al Paese ma anche alle comunità territoriali». 

Molto più amareggiato Iasevoli, rimasto ora solo con una civica. «Sia il Movimento che il Pd hanno dovuto fare i conti con dissidi interni, tutti di origine locale perché non c’erano veti nei livelli regionali e nazionali. E ora non resta che candidarmi da solo». 

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