Caso De Girolamo, il legale Asl: così si gonfiavano le parcelle. Mastella: «Nessun complotto»

Caso De Girolamo, il legale Asl: così si gonfiavano le parcelle. Mastella: «Nessun complotto»
Venerdì 17 Gennaio 2014, 19:23 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 09:06
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Benevento. La parte del leone la farebbero soprattutto le spese per le consulenze legali esterne.

La presunta dinamica. Il meccanismo denunciato, apparentemente elementare, consiste nell'affiancare un avvocato domiciliatario a quelli dell'Asl che effettivamente vanno in giudizio. In buona sostanza - si sottolinea in una integrazione alla memoria cui sta lavorando l'avvocato Prozzo - l'Asl oltre a pagare i propri avvocati avrebbe riconosciuto un onorario ulteriore a un legale esterno per il solo fatto di aver fornito un domicilio, pur non avendo di fatto avuto alcun ruolo in giudizio. Domicili fuori sede, spesso a Roma o a Napoli, forniti da avvocati beneventani che non hanno uno studio in quelle città. Questa pratica, ripetuta in molti casi, avrebbe portato a uno spreco pari a centinaia di migliaia di euro.

La delibera. Ma Prozzo nella sua memoria ricorda anche una delibera messa a punto da Pisapia e da un altro funzionario, Arnaldo Falato, con la quale «invece di rispettare il criterio cronologico, si disponeva di procedere ai pagamenti dando priorità a chi procedeva a pignoramento, in modo da incentivare la instaurazione di procedure giudiziarie ai danni dell'Asl e poi provvedere al pagamento, in sede transattiva, di consistenti parcelle.

Inoltre - prosegue l'atto acquisito dalla procura - richiamando gli estremi della delega sono state concluse numerose transazioni per decine di milioni di euro, senza l'adozione di uno specifico atto autorizzatorio per ogni singola vicenda».

La memoria. Nella memoria dell'avvocato dell'Asl finisce anche l'appalto per il servizio di 118 per anni appannaggio dell'Ati Sanit-Modisan. Secondo il legale, dall'esame del bilancio relativo all'esercizio 2008 (quello precedente la gara) risulta che già al 31 dicembre 2008 la Sanit aveva debiti tributari per un importo pari a circa 340 mila euro e verso istituti di previdenza per 216 mila euro, e inoltre che non aveva versato Irap e Iva. Dal bilancio 2010 - si sottolinea - emergerebbe un debito tributario complessivo per oltre 1 milione e 700 mila euro e previdenziale per circa 440 mila euro. Inadempienze che - sottolinea Prozzo - per la legge che regola gli appalti pubblici avrebbero dovuto mettere di fatto la Sanit in condizione di non potersi aggiudicare l'appalto.

Il Riesame. Il tribunale del riesame - decima sezione presieduta da Mariella Montefusco - ha confermato l'obbligo di dimora nel comune di Salerno per Felice Pisapia, l' ex direttore amministrativo della Asl di Benevento coinvolto dell' inchiesta su nomine e appalti per la quale lo stesso Pisapia consegnò ai magistrati registrazioni di conversazioni alla quali partecipò il ministro Nunzia De Girolamo.

Mastella. «Complotto? Ma non esiste. De Caro e gli altri non sono in grado di fare un complotto e passare tutto ai giornali. E poi chi ha nominato Pisapia che ora viene chiamato delinquente? Rossi dice che è stato imposto dal Pdl mentre lui non lo voleva. E chi era a capo del Pdl a Benevento?». Lo dice Clemente Mastella, eurodeputato, a La Zanzara su Radio 24, sul caso de Girolamo. «Sono Barone e Papa (due collaboratori della De Girolamo, ndr.) - dice Mastella - che vanno dal commissario Di Salvo e non sono i miei aiutati di campo, i miei segretari». «La cosa che mi amareggia di più - continua Mastella a Radio 24 - è che con me non si è perdonato nulla, invece nel caso De Girolamo le cose sono diverse. Ma sono contento. Boccia? Se mia moglie fosse stata di un altro partito eravamo in due a remare, non in uno. È il marito, mi pare abbastanza elementare che una parte del Pd la sostenga». De Girolamo gestiva un centro di potere a Benevento, chiedono i conduttori?: «Ho sentito la De Girolamo dire di non aver mai dato incarichi e deciso nomine. Ma è un pò difficile per un politico quando gestisci qualcosa non dare incarichi a qualcuno. Io però da sette anni non gestivo un cavolo a Benevento. Mentre il direttore generale dice che è in quel posto grazie a lei. Lo dice lui, non lo dico io». Poi Mastella torna sugli sms del ministro: «Mi ha detto che sono un uomo di merda - dice - e credo ci siano gli estremi per ingiuria e minaccia. Forse la porto in tribunale, vedremo con gli avvocati».

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