Una camera per due: succede al personale dei Reparti mobili della polizia distaccati in giro per l'Italia per fronteggiare l'emergenza Covid. In più di una occasione, i poliziotti si sono trovati a dover condividere una stanza di albergo, dove il distanziamento era impossibile, in barba a ogni regola stabilita dal governo. Già da tempo il Dipartimento della pubblica sicurezza del Viminale aveva invitato alla massima attenzione, proprio perché il virus si è diffuso anche all'interno delle questure e dei commissariati, e questo ha portato a una riduzione del personale in servizio. E in un momento come questo, tutte le forze sono necessarie.
Sulla vicenda si è scatenata la polemica e il sindacato Silp Cgil ha inviato il 9 novembre una protesta ufficiale indirizzata all'ufficio per le Relazioni sindacali e per conoscenza al Dipartimento. La richiesta di attenzione era stata sollecitata dal sindacato più volte, sin da aprile del 2020, in pieno lockdown. E a disatnza di un giorno, il 10 novembre scorso, è arrivata la risposta con una circolare inviata ai questori dal capo segreteria del Dipartimento di pubblica sicurezza, nella quale ha sollecitato il rispetto delle regole del distanziamento, e la necessità di trovare stanze singole, oppure adeguatamente grandi, con la giusta metratura, per poter evitare la diffusione del contagio.
«Tra le misure richieste - ha scritto il Silp Cgil nella nota -, si era sollecitata la necessità di dover assicurare la disponibilità di stanze singole al personale aggregato, come imprescindibile misura finalizzata a garantire un necessario distanziamento, specie in situazioni di riposo e di recupero psico-fisico».
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