Debutta l'Italia dei Lep: sì ad ambiente e scuola, no alla protezione civile

In esclusiva il documento del Comitato guidato da Cassese. Così l’autonomia differenziata può partire subito per 9 materie

Sabino Cassese
Sabino Cassese
Marco Espositodi Marco Esposito
Venerdì 21 Luglio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 14:59
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«Questo rapporto va ben oltre il compito che ci era stato affidato», scrive autocompiacendosi il presidente del Comitato Lep Sabino Cassese. In effetti dopo le defezioni pesanti c’era chi considerava su un binario morto il Clep. Invece il rapporto c’è, protetto da un velo di riservatezza dopo la discussione generale di mercoledì scorso, velo che però è interesse pubblico sollevare visto che i Lep toccano materie fondamentali e sono attesi da ventidue anni. Perciò Il Mattino illustra le 169 pagine del Rapporto ai suoi lettori in esclusiva.

Il Clep conta 58 membri perché i dimissionari Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajno non sono stati sostituiti. È articolato in undici gruppi dei quali dieci si sono suddivisi le ventitré materie oggetto di autonomia differenziata mentre l’undicesimo, nato per rispondere alle critiche dei quattro dimissionari, si occuperà dei Lep esterni al perimetro dell’autonomia differenziata. E questo è un primo fattore critico perché secondo Amato e gli altri firmatari della lettera d’addio non ha senso definire e finanziare un Lep se non si conosce il quadro complessivo, altrimenti si rischia di sforare i limiti di bilancio o di lasciare a secco i diritti essenziali determinati per ultimi. Il nodo è ancora tutto da sciogliere anche perché il Sottogruppo Undici in realtà non ha ancora preparato nulla di concreto.

I dieci sottogruppi hanno analizzato le 23 materie per individuare quelle per le quali i Lep sono necessari e vanno determinati e quelle per le quali non serve un Livello essenziale delle prestazioni. La suddivisione è fondamentale, in base al disegno di legge presentato dal ministro Roberto Calderoli e in discussione al Senato.

Le materie non Lep, infatti, possono essere oggetto immediatamente della trattativa Stato-Regione per l’autonomia differenziata mentre quelle Lep devono aspettare la loro determinazione, con i relativi costi e fabbisogni standard. A rigore, dovrebbe essere necessario anche individuare un chiaro finanziamento perché già ci sono esperienze concrete di Lep approvati (si pensi agli assistenti sociali) e non adeguatamente coperti.

Le Regioni in prima fila per l’autonomia differenziata e cioè Lombardia e Veneto (dopo il raffreddamento dell’Emilia Romagna di Stefano Bonaccini) scorreranno con interesse l’elenco delle materie che non hanno l’ostacolo del lep alla regionalizzazione. Sono Relazioni internazionali e con l’Unione europea; Commercio con l’estero; Previdenza complementare e integrativa; Professioni; Coordinamento finanza pubblica; Casse rurali, casse di risparmio e aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale; Protezione civile. A queste sette, si aggiunge la Sicurezza sul lavoro la quale, al contrario delle Politiche attive per il lavoro, non è considerata Lep. Sicurezza sul lavoro e Protezione civile sono le classiche attività che d’istinto si immagina fra le «prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale», per citare la Costituzione. In materia di Lavoro il Sottogruppo 2 esclude dal perimetro Lep sia la Sicurezza sul lavoro sia la disciplina degli atti vessatori (mobbing), senza però dare specifiche motivazioni ma «auspicando tuttavia la definizione di standard qualitativi e obiettivi di servizio». Quanto alla Protezione civile, per il Sottogruppo 6 un ruolo fondamentale lo hanno i volontari pero «trattandosi di attività rimesse alla autonoma iniziativa dei cittadini, sia in forma individuale sia attraverso le organizzazioni di volontariato, non sembra che possano configurarsi livelli essenziali delle prestazioni da garantire in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale». Una affermazione però che appare in contraddizione con quanto la legge prevede, visto che sono indicati «Strumenti per consentire l’effettiva partecipazione dei volontari alle attività di protezione civile», con l’obiettivo ovviamente che sia possibile tutelare tutto il territorio.

La Tutela della salute è una materia che pur necessitando di lep, può vedere il semaforo verde perché secondo il Sottogruppo 5 i Lep risultano già determinati con l’individuazione dei Lea (livelli essenziali di assistenza) «per costante giurisprudenza costituzionale ricondotti» alle previsioni della Carta. «Il Sottogruppo ritiene, quindi, che il Clep non sia legittimato né a modificare i Lea, né a individuare a monte di esse altri Lep di natura più generale». Una scelta destinata ad aprire il dibattito, sia perché la Sanità è la maggiore delle materie in discussione dal punto di vista finanziario, sia perché i Lea non hanno rappresentato un freno sufficiente alle attuali diversificazioni dei servizi sul territorio.

Per due materie il Clep ha deciso di prendere tempo: Ordinamento sportivo ed Energia. Nel primo caso il Sottogruppo (lo stesso della Sanità) «ritiene preliminarmente necessario che si assuma in sede plenaria una posizione sull’accezione di attività sportiva che si ritiene di condividere», anche in vista dell’ingresso in Costituzione del valore dell’attività sportiva. Per l’Energia si farà un confronto con l’Arera per capire quali Lep «rispondano alle esigenze di uniformità connaturate alla materia». 

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Nutrito il gruppo di materie per le quali i Lep sono ritenuti indispensabili (frenando quindi la brama di rapido aumento dei poteri da parte delle Regioni). Il Comitato guidato da Cassese, va riconosciuto, ha allargato il perimetro rispetto alle materie tradizionali, come la scuola o il trasporto pubblico locale. Intanto ne ha scovati alcuni esistenti solo sulla carta, come i Lepta relativi all’ambiente, esistenti dal 2016 e che dovrebbero essere attivati entro il 2017, o come i Lep in merito ai beni culturali, che la legge ha invano previsto dal 2015. Poi ha suggerito la definizione di Lep per la connessione a banda larga, per il supporto pubblico a chi vuole registrare un brevetto. 

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