Lite sulle Vele a Camerota, il sindaco: «Declassamento ingiusto. Mai usato tritolo sulla Mingardina»

L'intervista a Mario Salvatore Scarpitta, sindaco di Camerota, che difende la perla del Cilento, declassata da cinque a tre vele nella Guida Blu 2023 di Legambiente e Touring Club Italiano

Il sindaco Scarpitta con il presidente Vincenzo De Luca
Il sindaco Scarpitta con il presidente Vincenzo De Luca
di Antonio Vuolo
Sabato 24 Giugno 2023, 07:00
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«Camerota non merita di essere trattata così. Questa amministrazione si è sempre contraddistinta per onestà, trasparenza e rispetto della legalità. Se oggi Camerota è apprezzata in Italia e nel mondo, è merito di chi questo territorio lo vive e lo protegge quotidianamente, non di chi va in giro a consegnare vessilli senza conoscere i luoghi o di chi per pura ritorsione politica dichiara certe cose». Sono le parole di Mario Salvatore Scarpitta, il sindaco di Camerota, una delle località più rinomate del Cilento, per difendere una vera e propria perla del territorio, declassata da cinque a tre vele nella Guida Blu 2023 di Legambiente e Touring Club Italiano.

I turisti vengono lo stesso dopo il declassamento? 
«Fortunatamente, come tutti gli anni, abbiamo una miriade di prenotazioni e già anche presenze importanti. Non siamo preoccupati perché chi frequenta questo territorio sa benissimo quanto è bello e cosa viene fatto per preservarlo». 
Come spiega questa “bocciatura”? 
«Ci sono delle incongruenze nelle valutazioni di Legambiente.

Giusto per ricordarlo, abbiamo a Camerota tre depuratori di avanzata tecnologia, siamo in un territorio sito Unesco, abbiamo servizi di accoglienza turistica al top, abbiamo una percentuale di raccolta differenziata tra le più alte della Campania, abbiamo diversi riconoscimenti come la Bandiera Blu, siti archeologici famosi in tutto il mondo. Ecco cosa è Camerota e noi non consentiremo a nessuno di offendere l’operato di chi si sveglia ogni giorno e lavora per il bene della comunità». 

Tutto è nato dall’intervento di messa in sicurezza del costone roccioso sulla Mingardina considerato “invasivo” e distruttivo della falesia. Facciamo chiarezza? 
«Facciamo la prima precisazione: non abbiamo distrutto nessuna falesia. Sono stati rimossi cumuli di massi pericolanti, che potevano cadere, come del resto è accaduto. Anzi, la falesia è oggi visibile ancora meglio. Ma non è l’unica imprecisione di questa storia». 
Qual è la seconda? 
«Hanno detto e scritto che abbiamo usato una quantità enorme di tritolo. Chi l’ha fatto si deve vergognare. L’esplosivo utilizzato, Exem 100, appartiene alla classe delle emulsioni, è biodegradabile e ad impatto zero per l’ambiente». 
Era davvero necessario intervenire? 
«Certo, il sindaco non si è svegliato una mattina e ha deciso di chiudere la strada, con tutte le ripercussioni negative per il nostro territorio. Abbiamo dovuto agire per salvaguardare la pubblica incolumità fortemente attentata da una situazioni di pericolo, come confermano i verbali in Prefettura e dell’ordine di chiusura dell’arteria firmato dai vigili del fuoco. Parliamo di una strada dove anche nelle ultime settimane ci sono state situazioni di pericolo». 
Non è il momento di mettersi alle spalle la polemica? 
«Continuiamo a lavorare con correttezza per il bene del territorio. Ribadisco la disponibilità al dialogo con qualsiasi ente, compreso Legambiente».

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