Prostitute al night di Capaccio Paestum, tre carabinieri assolti dopo dodici anni

La sentenza pone fine ad accuse del tutto infondate verso i carabinieri

Controlli anti-prostituzione
Controlli anti-prostituzione
di Antonio Vuolo
Sabato 2 Dicembre 2023, 07:00 - Ultimo agg. 3 Dicembre, 08:31
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Dopo un iter giudiziario durato ben 12 anni, si è concluso con un’assoluzione perché «il fatto non sussiste» il processo a carico di tre carabinieri di origini cilentane accusati, in concorso con altri, di favorire l’attività di reclutamento e sfruttamento della prostituzione all’interno di un noto locale di Capaccio Paestum.

Assolta anche una 54enne di nazionalità ucraina per i fatti contestati, relativi al periodo che va da dicembre 2010 ad ottobre 2011. Fu, invece, condannato con rito abbreviato A.F., ex imprenditore edile di Casal Velino e titolare del night club Dolce Vita, poi chiuso.

La sentenza di primo grado, emessa dai giudici del collegio della terza sezione penale del Tribunale di Salerno, presidente Gabriella Passaro, ha assolto, dunque, i tre militari dalle pesanti accuse mosse nei loro confronti. Il collegio giudicante ha, infatti, accolto la linea difensiva, peraltro condivisa dal pm durante il dibattimento, sostenuta dall’avvocato Graziano Barbato e dall’avvocato Vincenzo Speranza per F.A., dall’avvocato Giuseppe Gugliucci per F.G., dall’avvocato Giovanni Concilio per M.R. e dall’avvocato Claudio Fusco per V.V.. La sentenza pone fine a un lungo periodo di angoscia per i tre militari dell’Arma, noti per la loro condotta impeccabile, che hanno vissuto l’amarezza di un processo partito da accuse del tutto infondate. Nonostante la loro integrità, infatti, l’esperienza ha avuto un impatto significativo sulle loro carriere.

Infatti, la base accusatoria, già fragilizzata al termine delle indagini, ha ulteriormente perso consistenza durante l’istruttoria dibattimentale. La totale mancanza di prove sufficienti e l’utilizzabilità parziale di alcuni dati hanno caratterizzato la decisione finale. Si è finalmente concluso, quindi, un lungo calvario processuale che ha perdurato per 12 anni, un periodo troppo lungo per rimediare ai danni irreparabili inflitti all’immagine a causa di questa clamorosa vicenda giudiziaria. L’intera vicenda risale al periodo a cavallo tra il 2010 ed il 2011 quando lo scandalo a luci rosse scosse l’intera comunità di Capaccio Paestum. Il locale incriminato venne subito sequestrato dagli agenti della polizia locale, mentre il gestore del club fu arrestato. Successivamente, è stato condannato con rito abbreviato.

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Quindi, entrano in gioco anche i tre carabinieri e la donna ucraina, accusati, in concorso con altri, di favorire l’illecita attività di reclutamento e sfruttamento della prostituzione all’interno del noto locale. Accuse rivelatesi infondate nei confronti delle quattro persone coinvolte che hanno potuto così tirare un sospiro di sollievo quando è stata letta la sentenza di assoluzione.

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