Paura Coronavirus, a messa
fedeli dispensati dal «segno di pace»

Paura Coronavirus, a messa fedeli dispensati dal «segno di pace»
di ​Giuseppe Pecorelli
Lunedì 24 Febbraio 2020, 06:30 - Ultimo agg. 10:38
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Non ci sono indicazioni ufficiali della Conferenza Episcopale Italiana, il cui presidente, il cardinale Gualtiero Bassetti, è in continuo contatto con il ministero della Salute per avere indicazioni ufficiali sulle norme igieniche da seguire nelle chiese del Paese per evitare ogni possibile rischio di contagio da coronavirus. Né, tanto meno, sono state assunte misure speciali da parte delle diocesi della provincia di Salerno, che al momento non si trova nella situazione emergenziale di Lodi o di Venezia, dove le celebrazioni sono state sospese per ragioni di sicurezza. Qualche sacerdote, però, ha preferito, durante le messe, evitare lo scambio della pace.

È successo per esempio nella chiesa di San Giorgio, a via Duomo, ma solo alla funzione delle 13 quando ad officiare non è il parroco titolare, e in provincia, per esempio nella chiesa di San Giacomo, a Valva. In entrambi i casi i sacerdoti hanno però precisato: «solo in via precauzionale ma non abbandonate mai la pace che deve essere sempre con voi». Anche perchè il vangelo di ieri, neanche a dirlo, parlava proprio di pace e di perdono. Perlopiù, comunque, le messe domenicali sono state più o meno affollate come al solito, senza particolari cambiamenti o precauzioni da parte dei fedeli o dei sacerdoti. Anche l’ostia è stata data in bocca, senza alcuna precauzione per il parroco: solo per chi lo ha richiesto, è stata consegnata in mano.

«Lo scambio della pace in sé – spiega don Biagio Napoletano, delegato ad omnia di Salerno-Campagna-Acerno – non è un obbligo per la liturgia e l’iniziativa di evitarlo può assumerla anche il singolo sacerdote. Al momento la diocesi non ha dato alcuna indicazione specifica, ma seguiamo l’evolversi della situazione». Ovviamente quanto accaduto ha lasciato i fedeli perplessi ma la celebrazione è poi proseguita senza altre intrruzioni. Bisognerà ora vedere se altri sacerdoti decideranno di seguire questa via 
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