Culle sempre più vuote e provincia che precipita nell’invecchiamento. Non si ferma il crollo delle nascite a Salerno e provincia. Nel 2023 sono sette i neonati ogni mille abitanti. I dati elaborati dall’Istat preoccupano sempre di più. Nella nostra provincia si sta abbassando sempre di più il tasso di natalità con un calo nel 2023 di 158 nascite rispetto al 2022. In una provincia dove risultano censiti 1.057.819 abitanti, risultano nati nel 2023 appena 7.647 bambini. È il peggior dato degli ultimi 24 anni secondo l’Istat. Un tonfo senza precedenti delle nascite che spalanca le porte all’invecchiamento della provincia e allo spopolamento delle aree interne sempre più in affanno. Proseguendo su questo andamento scompariranno scuole, frazioni e paesi.
L’andamento provinciale delle nascite vede un calo del 34,18% delle nascite nel nostro territorio provinciale dal 1999 al 2023. Analizzando il trend storico delle nascite nel salernitano, emerge che nel 1999 i nati erano esattamente 11.618. All’inizio del nuovo millennio il salernitano ha visto nascere 11.258 bambini; nel 2001 erano 10.935 i nati; nel 2002 i neonati sono stati 10.607; nel 2003 i nati sono stati 10.691; nel 2004 i nati sono stati 10.613; nel 2005 si sono contati 10.450 nati; nel 2006 le nascite sono state 10.307.
Nel 2021 i neo nati scendono a 7.782. Nel 2022 censite 7.805 nascite. E per finire nel 2023 il tonfo storico, il dato più grave degli ultimi 24 anni, col censimento di appena 7.647 nascite, con una flessione rispetto all’anno precedente di 158 nascite. Culle vuote, sempre più vuote. E futuro della nostra terra decisamente a tinte fosche. Se il tracollo non si fermerà rischiamo di scendere sotto la quota dei 6mila nati nel 2030. Ritorniamo al drammatico bilancio della natalità dell’anno scorso. I dati messi a disposizione dall’Istat sono impietosi. Nel 2023 il mese più gelido dell’inverno demografico salernitano è stato quello di aprile con sole 493 nascite, seguito dal mese di marzo (548 nascite) e febbraio (588 nascite); mentre i mesi con più neo nati è stato quello di ottobre 2023 con 721 nascite, seguito dalle 711 nascite di agosto e dalle 690 luglio.
L’andamento a ribasso delle nascite ha effetti sull’indice di invecchiamento. Basti pensare che nel capoluogo ci sono più ultra 60enni che giovani. Per la precisione, ogni 100 adolescenti di 15 anni vivono da Fuorni al centro storico, passando per Mercatello e Torrione, ben 214 persone di 65 anni. Un indice di vecchiaia, quindi, che schizza alle stelle. E un futuro che è meno roseo del previsto. Nel capoluogo, e, come vedremo, in altri centri della provincia, c’è davvero sempre meno spazio per i giovani. Non siamo più una provincia per giovani, insomma. A incidere è senza dubbio il crollo della natalità. Il capoluogo salernitano ha un indice di vecchiaia di 214,59, era di 194,25 nel 2014; nel 2015 aveva un indice di 199,29, nel 2017 di 202,44, nel 2018 di 205,33, nel 2019 di 209,75. E in provincia, nei grandi centri, non c’è tanto da sorridere. Si invecchia sempre di più e i divari generazionali aumentano, facendo calare le opportunità per i ragazzi. A Sapri si registra un indice di anzianità di 222,28, ad Amalfi di 218,59, a Vallo della Lucania di 183,32, ad Agropoli di 171,36, a Sala Consilina di 162,75, a Cava dei Tirreni l’indice di vecchiaia è di 165,1, a Nocera Inferiore di 163,73, a Battipaglia di 148,27, a Pontecagnano di 140,83, a Baronissi di 133,09, ad Eboli di 130,74.