Ladri alla Madonna del Carmine:
rubati un calice e un ostensorio

Ladri alla Madonna del Carmine: rubati un calice e un ostensorio
di Giuseppe Pecorelli
Giovedì 20 Gennaio 2022, 06:35 - Ultimo agg. 07:12
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Furto sacrilego nel Santuario della Madonna del Carmine, in piazza monsignor Bolognini. Sono da poco passate le 21 di martedì quando il rettore, don Biagio Napoletano, che in quel momento si trova in sagrestia, a colloquio con una coppia di fidanzati, sente dei rumori forti provenire da una saletta adibita a piccolo museo. L’azione dei ladri è fulminea. Il sacerdote, allarmato, non fa in tempo ad arrivare nella zona da cui ha sentito arrivare il frastuono e già i malviventi hanno lasciato la chiesa con la refurtiva. I vetri della teca, che custodisce antichi oggetti e paramenti liturgici, sono infranti mentre restano a terra due grosse pietre appuntite, utilizzate come oggetto per mandarla in frantumi. I ladri hanno portato via i due oggetti più preziosi: un calice e un ostensorio del Settecento.

«Più che preziosi, antichi – commenta don Napoletano, visibilmente addolorato – hanno invece lasciato una pisside.

Quella sala è di solito chiusa, ma negli ultimi tempi, considerata l’emergenza sanitaria, era aperta per garantire spazi più ampi ed evitare assembramenti durante le celebrazioni. I ladri hanno anche aperto la botola che porta alla cripta, ma evidentemente quel luogo interessava poco. L’idea è che abbiano adocchiato quei due oggetti in precedenza e che siano poi venuti a rubarli a colpo sicuro. Ho immediatamente chiamato gli agenti della Polizia di Stato e speriamo che possano presto recuperare la refurtiva, anche se in zona non ci sono telecamere che possano aiutare gli investigatori. È un furto sacrilego, grave perché calice e ostensorio custodiscono sangue e corpo di Gesù. Quello che più dispiace è che abbiamo cercato, negli ultimi anni, di tenere il Santuario sempre aperto, anche fuori orario, perché i salernitani potessero trovare un luogo dove pregare, confessarsi, avere un consiglio spirituale. Di per sé lasciamo la chiesa aperta dalle 12.30 alle 19.30, ma spesso andiamo ben oltre questi limiti. La città però sembra imbarbarita e forse saremo costretti a rivedere la scelta. Già lo scorso anno abbiamo subito il furto di una statua in gesso del Bambinello, che per fortuna, dopo poco tempo, fu restituita, in forma anonima, a don Michele Pecoraro, in cattedrale. Spero possa accadere anche in questo caso, anzi faccio un appello ai ladri perché possano pentirsi. Peraltro cosa pensano di ricavarci?». Molto dispiaciuto per l’accaduto è anche il notaio Paolo Califano, priore dell’arciconfraternita Maria Santissima del Carmine: «Siamo enormemente addolorati – commenta – perchè si offre ai fedeli la possibilità a qualsiasi ora di un momento di raccoglimento e preghiera individuale, ma, a quanto pare, continua il male, proprio dove si cerca di seminare il bene». 

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