Salerno, il musicista derubato: il parco Arbostella è diventato pericoloso, ognuno fa ciò che vuole

Il musicista derubato dei suoi strumenti a parco Arbostella a Salerno: è la seconda volta che mi succede a distanza di pochi anni

Francesco Granozi
Francesco Granozi
di Barbara Cangiano
Martedì 5 Settembre 2023, 06:50 - Ultimo agg. 11:53
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In otto anni ha subìto tre furti da migliaia di euro. E tutti nella stessa zona: il parco Arbostella. L’ultimo episodio, in ordine cronologico, risale a domenica, quando dalla sua Fiat Doblò hanno portato via due casse, due diffusori acustici, due mixer ed alcune valigette contenenti microfoni e cavetti. Lui è Francesco Granozi, anima dei Musicastoria, band di origine salernitana che da oltre vent’anni calca i palcoscenici di tutta Italia con un impegno speciale nei confronti del sociale e in particolare modo dei detenuti del carcere di Fuorni.

«Sono sconfortato – sbotta – Non ho alcuna fiducia nel fatto di poter recuperare la mia attrezzatura. Dovrò ricomprarla, perché mi serve per lavorare. Purtroppo l’Arbostella non è più da tempo il quartiere residenziale che si immagina. È diventato una zona a rischio, come tanti altri rioni di Salerno, dove mancano i controlli e le telecamere di videosorveglianza che invece potrebbero rappresentare una svolta per i residenti e i frequentatori della zona». 
Francesco ci racconti cosa è successo?

«Domenica ero stato a suonare in una villa privata per una festa di cinquant’anni. Intorno alle 21 ho parcheggiato la mia Fiat Doblò nei pressi del centro polifunzionale, a una manciata di passi dal teatro, perché dovevo partecipare alla serata finale di Arena Arbostella, la rassegna dedicata a Gino Esposito.

Sono uscito poco dopo la mezzanotte, insieme a due chitarre che avevo portato con me e mi sono infilato in auto. Dopo appena cento metri ho frenato bruscamente perché un gatto mi ha tagliato la strada e mi sono accorto che il portellone posteriore era aperto. A quel punto mi sono fermato per controllare e ho visto che tutta l’attrezzatura era sparita. Per me è stato un colpo durissimo: mi sono messo a girare per tutto il parco nella speranza di trovare qualcuno, dal momento che i ladri dovevano necessariamente avere un’auto o un furgone per caricare tutti gli strumenti, ma non ho visto nessuno. A un certo punto ho intercettato una pattuglia dei carabinieri e ho raccontato loro l’accaduto». 

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Non è la prima volta che finisce nel mirino dei malviventi... «Purtroppo no. La prima volta risale al 2015. Avevo preso un medicinale e mi ero addormentato in auto nei pressi della chiesa. Quando mi sono risvegliato mancavano all’appello due cellulari e una busta contenente dei soldi che servivano a pagare la band per una serata che avevamo fatto. Dopo anni ho recuperato i cellulari che erano finiti nelle mani di un tipo di Nocera, dove si è poi svolto il processo. Per una assurda coincidenza, poi, il 3 settembre del 2016, il secondo furto, all’altezza del parco giochi, In quella circostanza mi hanno derubato di valigie contenenti preziosi microfoni molto rari e due chitarre che avevo personalizzato con le mie iniziali e con i colori della nazionale di calcio e della Salernitana. Inutile dire che non ho mai più rivisto nulla». 


L’ultimo colpo è da diverse migliaia di euro. Spera di riuscire a recuperare il bottino? 
«Purtroppo no, anche le forze dell’ordine non mi sono sembrate fiduciose. Il problema è che c’è un allarme sicurezza al parco Arbostella che non può più essere sottovalutato. A un pizzaiolo hanno rubato una Panda per impossessarsi della marmitta; durante il concerto di Vasco Rossi hanno portato via un’auto di lusso; chi lascia la propria vettura nel parcheggio limitrofo alla metropolitana o non la trova più o non trova più gli oggetti che vi ha dimenticato dentro e fino a non molto tempo fa balordi si divertivano a smontare le gomme delle auto nei box. Servirebbero sicuramente più controlli ma soprattutto le telecamere di cui la zona è praticamente sprovvista. Dai sistemi di videosorveglianza può arrivare un grande aiuto per stanare chi delinque e possono rappresentare un buon deterrente anche nei confronti di chi pigia eccessivamente il piede sull’acceleratore. L’anello del bar Verdi è pericolosissimo per bambini e anziani perché sfrecciano macchine e moto a tutta velocità sia di giorno che di sera».

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