Due ore in ambulanza davanti all'ospedale di Nocera Inferiore: dall’autopsia la verità sulla morte della suora

L’esame deve chiarire se l’esposizione al sole ha contribuito o anticipato il decesso e dove esattamente è spirata la religiosa

Il monastero dove si trovava suo Raffaella Boffardi
Il monastero dove si trovava suo Raffaella Boffardi
di Nicola Sorrentino
Martedì 25 Luglio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 10:21
3 Minuti di Lettura

Serviranno 90 giorni per conoscere le cause del decesso di suor Raffaela Boffardi, l’anziana deceduta lo scorso 18 luglio in ospedale a Nocera Inferiore. Secondo una denuncia presentata dalla famiglia, la religiosa avrebbe atteso circa due ore in ambulanza, esposta al caldo, mentre veniva lavorato il tampone Covid che le era stato fatto, una volta giunta all’esterno del pronto soccorso su di un’ambulanza del 118. Ieri mattina è stata effettuata l’autopsia su disposizione del pm titolare dell’indagine, con conferimento dell’incarico al medico legale Giovanni Zotti. La famiglia dell’anziana è assistita dal legale Raffaele Astarita, che ha provveduto a nominare un consulente di parte. Lo stesso hanno fatto gli avvocati delle due persone iscritte, al momento, nel registro degli indagati

L’ipotesi di reato è omicidio colposo. Si tratta delle due persone, tra cui un’infermiera, che erano sull’ambulanza che martedì scorso era stata chiamata dal medico di base della donna, in quel momento sofferente presso il monastero di Sant’Anna. Tra i quesiti posti al medico legale vi è anche quello di chiarire se la sosta di circa due ore, all’interno dell’ambulanza esposta al sole, abbia inciso in termini causali nel decesso, anche eventualmente anticipandolo. A questo si aggiunge quello relativo alla certezza delle cause del decesso, se le cure prestate fossero adeguate in relazione alle condizioni dell’anziana. Insieme alla verifica del rispetto delle linee guida, ad eventuali condotte omissive e a chi, dei sanitari, possano essere riferibili queste ultime. Qualora dovessero emergere criticità dall’autopsia, la Procura potrebbe iscrivere nel registro degli indagati altre persone. 

Venerdì scorso suor Raffaela Boffardi aveva la febbre alta e difficoltà respiratorie. Raggiunta dal suo medico di base, era stato deciso il trasferimento in ospedale. Circostanza messa nero su bianco e consegnata alle due persone che, con un’ambulanza del 118, erano poi giunte per prendere in cura l’anziana. A bordo non c’era un medico. Tuttavia, stando alla denuncia, la religiosa avrebbe atteso circa due ore, prima di entrare in ospedale. Le era stato fatto un tampone per il Covid ma il veicolo sarebbe rimasto fermo, al sole, nell’attesa di entrare in pronto soccorso. Ad attendere il ricovero della donna vi erano anche due consorelle, che più volte avrebbero fatto notare come fosse opportuno che il veicolo venisse spostato in una zona d’ombra. Dopo quella lunga attesa, tuttavia, i medici avevano aperto l’ambulanza e adagiato l’anziana su una barella, per entrare in reparto. La religiosa avrebbe mostrato un colorito «pallido, occhi chiusi e bocca socchiusa». Dopo tempo, ad una delle due suore era stato comunicato il decesso. A quel punto la telefonata ai carabinieri e la decisione della famiglia di sporgere denuncia all’autorità giudiziaria. Dopo l’autopsia il corpo di Raffaela Boffardi è stato liberato per permettere la celebrazione del rito funebre. L’indagine della Procura dovrà chiarire, entro tre mesi, le ragioni della morte della religiosa.

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA