L’odore del gas era così pungente che lei si è svegliata ed è fuggita via chiedendo aiuto. Sono stati i carabinieri della stazione di Tramonti (agli ordini del capitano Umberto D’Angelantonio), insieme ai vigili del fuoco, a capire che erano state aperte le valvole del gas della cucina. I militari dell’Arma hanno trovato all’interno dell’abitazione della frazione Pendolo un uomo di 55 anni, Gianfranco Spinacorona, steso sul divano e privo di sensi proprio a causa di un inizio di avvelenamento. L’uomo, in pratica, aveva cercato di uccidere la sua compagna, la donna che ha poi lanciato l’allarme, e (forse) se stesso, pensando di inalare il gas. Prima soccorso, è stato poi arrestato e condotto presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’accusa per lui è di tentato omicidio.
L’uomo ha diversi precedenti penali a suo carico per reati commessi sia ad Alessandria dove viveva con il figlio e sia anche a Tramonti.
La curiosità: proprio il figlio Matteo a marzo dello scorso anno era stato arrestato dagli stessi carabinieri di Tramonti per aver esploso diversi colpi di postola verso il citofono della caserma dell’Arma.
Insieme, padre e figlio, ad Alessandria erano stai arrestati perchè trovati a casa con un arsenale. Era il mese di agosto del 2021 e ad incastrare i due furono i poliziotti della Postale partiti da un semplice insulto su Facebook finito in una denuncia informatica. Seguendo le tracce mediatiche, le forze dell’ordine giunsero a casa Spinacorona. All’interno della loro abitazione fu rinvenuto un vero e proprio arsenale: due pistole, di cui una a rotazione ed una a doppia canna, quest’ultima utilizzabile per sparare cartucce in plastica che, nella circostanza, erano state alterate attraverso l’introduzione, all’interno dei proiettili stessi, di palline d’acciaio; un elevato quantitativo di munizioni alterate, alcune delle quali camerate nelle pistole, come sopra accennato; un bastone in legno riportante il volto di Benito Mussolini, la scritta “me ne frego” e la scritta “dux Mussolini”; un tirapugni; una spada e un pugnale affilati due magliette t-shirt, una di colore rosso ed una di colore nero, entrambe raffiguranti, su cerchio bianco, una svastica nera, simbolo del nazismo; un t-shirt nera con scritta bianca “svuota il caricatore sulla testa dello spacciatore” e con disegnata una pistola automatica e due pallottole; vari strumenti atti ad offendere, quali coltelli e palline in acciaio, da utilizzare presumibilmente attraverso fionde; altri fregi che richiamano le ideologie fascista e nazista, quali croci di guerra delle divise delle “SS” e immagini che ritraggono la figura di Benito Mussolini oltre ad altri oggetti. La spada in particolare era custodita all’interno del bagagliaio dell’auto mentre la pistola sotto il materasso.
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