Non è pizza napoletana se non è nel registro delle specialità tradizionali garantite (Stg). Questa la decisione pubblicata dalla gazzetta ufficiale dell'Unione Europea del regolamento che riporta l'iscrizione della pizza napoletana nel registro delle Stg con riserva del nome. I pizzaiuoli napoletani si riuniscono per far fronte comune.
Prevista, infatti, il 19 dicembre l'assemblea dell'associazione pizzaiuoli napoletani, alle ore 10 all'hotel Oriente di Napoli.
La novità legislativa potrebbe avere un grande impatto su pizzerie e ristoranti di tutta Europa: solo il prodotto conforme al disciplinare di produzione registrato con il marchio di Stg potrà chiamarsi pizza napoletana. Le altre saranno normali pizze. In sostanza l'Stg se ben utilizzato dai pizzaioli campani potrebbe essere un indubbio punto di forza, un po' come per altri versi avvenuto con le Dop. Se preso sottogamba, invece, potrebbe tradursi in una mancata tutela, per estensione, del brand pizza napoletana.
La questione non è sfuggita a Sergio Miccú, presidente dell'associazione pizzaiuoli napoletani che ha rilevato questa pericolosa deriva e ha indetto l’assise del mondo pizza per il 19 dicembre affinché si faccia fronte comune sul da farsi e si assuma una decisione unitaria. «Si tratta di un momento fondamentale per il mondo pizza.
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