Festival di Cannes, tutti uniti per l'ambiente: Cyril Dion a Louis Garrel all'incontro per la difesa del pianeta

Festival di Cannes, tutti uniti per l'ambiente: Cyril Dion a Louis Garrel all'incontro per la difesa del pianeta
Festival di Cannes, tutti uniti per l'ambiente: Cyril Dion a Louis Garrel all'incontro per la difesa del pianeta
Martedì 13 Luglio 2021, 10:09 - Ultimo agg. 24 Marzo, 10:40
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Al Festival di Cannes tutti schierati a salvezza dell'ambiente. È quasi una squadra di calcio quella che oggi il Festival di Cannes schiera a difesa del pianeta e della sostenibilità ambientale. Più che un incontro tra registi e attori, l'appuntamento con i protagonisti della improvvisata sezione festivaliera dedicata a «cinema e ambiente» sembra un raduno di attivisti: gentili, riflessivi, determinati, appassionati. Allo stesso tavolo siedono: Cyril Dion, regista e animatore dell'iniziativa, che a Cannes porta il suo sorprendente ANIMAL, viaggio ai quattro angoli del mondo in compagnia di due adolescenti (qui c'è Vipulan Puvaneswaran che parla come il gemello di Greta Thurnberg), la regista Marie Amiguet (autrice di un fantastico reportage sulla tigre delle nevi in Tibet), Flore Vasseur e Aissa Maiga (cineaste diversissime e combattive), le giovanissime attrici e attiviste Bella Lack e Melati Wijsen, il fotografo Vincent Meunier e - il più atteso di tutti - Louis Garrel. Ad aprire le danze è però Thierry Fremaux, corso a sostenere i suoi moschettieri ambientalisti rivendicando l'attenzione non occasionale del festival di Cannes per i temi ecologici.

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Ricorda che proprio qui approdò Al Gore con 2007 con «Una scomoda verità» e che il politico attivista ci è tornato 10 anni dopo con un secondo capitolo della sua crociata per immagini. Sottolinea come quest'anno la prassi ecologica della kermesse sia evidente e convinta e incita i colleghi degli altri festival maggiori a fare lo stesso. Afferma che, volutamente, questa sezione del programma dedicata alla terra e ai suoi abitanti vuole essere occasionale e irripetibile. «Anche se - si contraddice - l'emergenza è tale che non mi stupirei se tra 12 mesi film come questi si moltiplicassero». «Potrebbe sembrare che il festival ci abbia collocato un pòdefilati - replica sorridendo Cyril Dion - ma è così importante che i temi di cui siamo portatori finiscano sotto i riflettori che valuto quello di Cannes come un gran gesto.

Vent'anni fa parlavamo di ecologia, di tutela delle specie, di inquinamento. Oggi stiamo mostrando quanto è vicina la fine della razza umana, perché siamo animali anche noi e se altre specie le condanniamo a morte, prepariamo soltanto la nostra scomparsa».

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A fare la parte del leone nel dibattito è però Louis Garrel, che a Cannes porta il sorprendente LA CROCIATA, fantasia ironica e apocalittica in cui due genitori scoprono che il figlio ha venduto tutti i beni di famiglia per finanziare un misterioso progetto segreto a cui aderiscono ragazzi dell'intero pianeta. «Io sono il neofita di questa bella compagnia - esordisce -e non mi sono mai molto occupato di raccolta differenziata o sopravvivenza delle api. Il fatto è che adesso non stiamo più parlando da saggi ecologisti, stiamo rischiando l'estinzione della razza umana e a nessuno piace la prospettiva di morire. Il paragone è azzardato ma per me è come se la pandemia fosse soltanto la prova generale di ciò a cui siamo destinati se continuiamo nella nostra beata incoscienza. Col Covid abbiamo avuto tutti una paura dannata; ora è tempo che proviamo la stessa paura guardando il massacro a cui sottoponiamo la terra. Che dopo di noi sopravviverà benissimo. Peccato che noi non ci saremo più per goderne». Nel frattempo la sezione sull'ambiente ha fatto il pieno del pubblico (a riprova che il tema comincia ad essere sentito davvero) e ha messo in mostra alcuni gioielli come H6 di Ye Ye, MARINAI DI MONTAGNA di Karim Ainouz e BABI YAR. CONTEXT di Sergej Loznitza che avrebbero meritato forse collocazione migliore. 

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