Danilo Gallinari: «Sto tornando e voglio vincere l'Nba con i Boston Celtics. Nazionale? Non dipende da me»

L’azzurro è vicino al rientro dopo sette mesi dall’infortunio

Danilo Gallinari: «Sto tornando e voglio vincere l'Nba con i Boston Celtics. Nazionale? Non dipende da me»
Danilo Gallinari: «Sto tornando e voglio vincere l'Nba con i Boston Celtics. Nazionale? Non dipende da me»
di Marino Petrelli
Giovedì 30 Marzo 2023, 00:03 - Ultimo agg. 07:00
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Quasi pronto. Due parole che valgono tantissimo. Firmato Danilo Gallinari che affida ai social le sue sensazioni, e alcuni video, al termine dei lunghi mesi di riabilitazione dopo la rottura del legamento crociato anteriore lo scorso agosto. Il rientro sembra ormai vicino, probabile nei play off Nba per dare una mano ai Boston Celtics, lanciatissimi a Est e tra le favorite a vincere il titolo. Il “Gallo” ci confida di «sentirsi meglio e di rispettare le tabelle tecniche e riabilitative. La strada è relativamente lunga ma i miglioramenti settimanali mi fanno vedere il campo sempre più vicino». Il suo primo ringraziamento va al team dei Celtics, «molto bravo e qualificato. Lavoriamo sodo ogni giorno per riportare atleticamente la gamba e il fisico ad alti livelli. Seguire la squadra in trasferta e stare con i ragazzi mi sta aiutando molto e tutti i miei compagni di squadra stanno seguendo il mio lavoro e mi danno molta carica ogni giorno». E’ un uomo sereno e fiducioso quello che ci parla della sua vita anche fuori dal campo, della sua imminente seconda paternità, dei suoi 15 anni negli Stati Uniti. Ma si parte da un punto fermo: «Nella vita di un’atleta capita più volte di dover ripartire da zero (ha subito diversi gravi infortuni, ndr), penso che per misurare se stessi bisogna vedere come ci si rialza dalle cadute. Più volte cado e più aumenta la mia carica e motivazione personale per tornare su più forte di prima». 

La sua famiglia è stata sempre al suo fianco. Quanto conta questa vicinanza? 
«La mia famiglia ha costruito le basi e i fondamentali per poter raggiungere i miei sogni e i miei obiettivi in NBA.

Mi hanno sempre spinto a dare il massimo e a rimanere umile e lavorare sempre anche quando le cose vanno bene e magari riesci a toglierti qualche soddisfazione». 

Sta per diventare papà̀ per la seconda volta, con sua moglie - Eleonora Boi, giornalista sportiva - lo avete comunicato attraverso i social che utilizzate molto. 
«Diventare genitori è una grande responsabilità e un bellissimo percorso che nella vita avevo sempre voluto fare per provare a ricreare quello che i miei genitori hanno creato per me e mio fratello». 

Si trova negli Usa da 15 anni: com’è cambiata l’America e com’è cambiato Gallinari girando e conoscendo diverse cittàe culture?
«Io sento di essere rimasto sempre lo stesso. Almeno questo è quello che dicono tutte le persone che mi sono vicine e lo prendo come un grande complimento. L’America non penso sia cambiata così tanto rispetto al 2008 anche se chiaramente ci sono stati eventi che hanno scosso il mondo intero e cambiato lo scenario mondiale. L’NBA invece è un po’ cambiata nel modo di giocare».

New York, Denver, Los Angeles, Oklahoma, Atlanta e adesso Boston. Differenze, curiosità, cosa si porta dietro di ogni città? 
«Devo dire che nella mia carriera sono sempre stato in città molto belle e diverse tra loro. Passare dalla costa Est alla costa Ovest è un bel salto, soprattutto climatico. Ogni città offre qualcosa che le altre non hanno. Questi cambiamenti mi hanno arricchito culturalmente, nuove conoscenze tante storie di vita e nuovi amici».

Gli Stati Uniti nel 2023 visti fuori dal campo. Cosa ha significato stare lontano dalle partite e cosa ha fatto per passare il tempo oltre alla rieducazione? 
«Sono sempre stato in riabilitazione lavorando molte ore al giorno vicino alla squadra. Nel tempo libero cerco di passare più tempo possibile con mia moglie e mia figlia anche perché ́ci sono periodi non brevi dove sono via in trasferta con la squadra. Poi leggo molto e faccio corsi di formazione online con indirizzo linguistico/economico e guardo serie tv con mia moglie». 

A fine carriera, quando tornerà in Italia cosa si porterà dietro? Lei ha cambiato completamente vita a 20 anni, cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole andare dall’altra parte dell’oceano? 
«Fare un’esperienza all’estero per un giovane penso sia fondamentale e molto costruttivo. Conosci altre culture e altri mondi lavorativi che inevitabilmente arricchiscono il tuo bagaglio culturale e professionale. Negli Usa la politica lavorativa è molto legata al capitalismo contemporaneo. Penso che il sogno americano ancora esista e qui sia più facile farsi spazio nel mondo lavorativo». 

Boston può vincere il titolo Nba?
«Sì, possiamo vincere il titolo. I segreti sono due: arrivare primi a Est e avere tutti i giocatori a disposizione durante i playoff».

Milan-Napoli in Champions League: per lei rossonero bisogna tirare fuori il vecchio orgoglio? 
«Esatto. Spero che la nostra tradizione abbia la meglio. È comunque bellissimo avere tre squadre italiane nei quarti» 

L’Olimpia può vincere il campionato italiano? 
«Sì, ha la squadra per farlo. La squadra da temere di più resta ancora Bologna». 

Save the date: 2 aprile. Milano celebrerà Dan Peterson. Allenatore di suo papà Vittorio nell’era dei grandi trionfi anche europei. Un mito anche per lei, immaginiamo. 
«Coach D è un personaggio unico, inimitabile. Ha fatto la differenza come allenatore ma anche come personaggio fuori dal campo. Un grande punto di riferimento». 

 

Dopo Boston, la Nazionale per i Mondiali a fine agosto? Magari con Fontecchio e Banchero. 
«La decisione è della società e della Federazione. Non dipende da me. Banchero sta facendo un’ottima stagione e se giocherà con la Nazionale sarà sicuramente d’aiuto. Simone sta giocando un po’ di più e sono contento per lui». 

Steph Curry ha compiuto da poco 35 anni e sente di avere ancora molto da fare e da dare. Lei compirà i 35 ad agosto. 
«Sento di avere ancora molto da dare e molto da vincere. Qualche infortunio mi ha creato qualche ostacolo ma non mi ha mai fermato nessuno e continuo per la mia strada cercando di raggiungere i miei obiettivi. Per ora, non ho pianificato lo scenario del mio post carriera». 

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