Scafati cade a Venezia, per Boniciolli esordio con sconfitta

Logan a quota 3500 punti in serie A

Una fase del match
Una fase del match
di Stefano Prestisimone
Domenica 10 Dicembre 2023, 11:19 - Ultimo agg. 11 Dicembre, 07:15
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Comincia con una sconfitta l’avventura di coach Matteo Boniciolli sulla panchina della Givova Scafati, che, in occasione dell’anticipo dell’undicesima giornata del campionato di serie A, è stata superata 83-59 al PalaTaliercio di Mestre per mano dell’Umana Reyer Venezia. Ma non inganni il risultato finale, sicuramente bugiardo rispetto a quanto si è visto in campo per almeno tre quarti di gara.

La compagine dell’Agro è stata in partita per oltre trenta minuti, crollando solo nel finale, con un passivo che la punisce oltremodo, rispetto a quanto ha mostrato in termini di gioco e di rendimento, soprattutto alla luce dell’assenza di De Laurentiis (operato al ginocchio) e Strelnieks (infortunio muscolare) e della presenza a mezzo servizio di Nunge (non allenatosi nel corso della settimana). Le basse percentuali realizzative, soprattutto da tre punti (15% contro 30%), e il numero inferiore di rimbalzi conquistati (33 contro 42) sono solo alcune delle chiavi di lettura dell’incontro, che ha meritatamente premiato i lagunari, mentre la truppa gialloblù è giunta alla quarta sconfitta consecutiva. I 9 punti realizzati da David Logan gli hanno però permesso di raggiungere quota 3.500 in serie A, secondo in assoluto tra i giocatori in attività, alle spalle del solo compagno di squadra Alessandro Gentile.  

Matteo Boniciolli cosi commenta: «Sono arrivato da due giorni e mezzo a Scafati e posso dire che non c’era partita migliore di questa, contro un avversario di livello europeo, per riuscire ad avere una fotografia completa di quello che abbiamo, di quello che ci manca e del lavoro che occorre fare.

Venezia ha vinto meritatamente, perché ha giocato meglio di noi. La percentuale di tiro da tre dei padroni di casa si è alzata solo quando i giocatori locali si sono rasserenati ed hanno capito di avere la partita in mano; fino a quel momento, anche cambiando le nostre regole difensive sul pick and roll, siamo riusciti a limitare molti dei problemi avuti in passato. Andiamo via tutt’altro che contenti, perché non fa mai piacere perdere, figuriamoci poi con un passivo così largo. Però, come detto, avevo bisogno, dopo due allenamenti e mezzo, di vedere la mia squadra giocare contro un avversario come questo e su un campo come questo per capire se la strada intrapresa, come credo, sia quella giusta. Come ha detto il patron negli spogliatoi, il tempo passa e il campionato va avanti. Ma io traggo spunto da un insegnamento dell’ex pilota di Formula Uno Carlo Rossi, che una volta mi disse: “Quando sei in pista ed inizi a vedere lo specchietto retrovisore, vuol dire che sei un perdente, perché non sei più un pilota che pensa a vincere, bensì uno che pensa solo a non perdere”.

Alla luce di questo insegnamento, proseguo nel mio lavoro, perché penso di aver capito esattamente quello di cui abbiamo bisogno e le qualità che abbiamo. Continuo ad andare avanti e mi ostino a non guardare nello specchietto retrovisore». 

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