Salernitana, il bastone e la carota per recuperare Dia

Multa da 30mila euro ma il club non vuole perdere il suo attaccante

Boulaye Dia
Boulaye Dia
di Pasquale Tallarino
Martedì 5 Settembre 2023, 10:15 - Ultimo agg. 10:49
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Sousa un giorno disse: «Avevo un compagno di squadra che gridava gol già prima di calciare il pallone». Lo raccontava per spiegare che «Pjona», cioè Piatek, che ora rimpiange, aveva tutto ma non il grilletto facile. Questa è materia esclusiva di Boulaye Dia. È inutile nasconderlo: sposta gli equilibri e soprattutto è il giocatore con il migliore rapporto tiri/reti. È stato il tappeto sotto il quale la Salernitana, nei momenti di crisi o di difficoltà, la scorsa stagione, ha nascosto la polvere degli altri attaccanti. Continua ad essere il centro di gravità e l'ombelico granata, perciò la fermezza delle decisioni del presidente Iervolino - mancata convocazione e multa, il 15% della prossima mensilità, circa 30mila euro - è direttamente proporzionale alla delusione accumulata. Reprimenda forte, fortissima e poi dialogo, lavoro di diplomazia. È questa la strategia della Salernitana, che non vuole, non può e non deve perdere chi grida gol ancor prima di calciare.

Dal 13 settembre dovrà rifiorire Dia e la Salernitana lo aspetta per ricominciare.

Non ha bisogno di chiedergli se ha ancora mal di testa - l'emicrania è per sua natura passeggera - e ha già dato un'occhiata al ginocchio, attraverso la risonanza magnetica. Tutto regolare alla rotula, al menisco. Dia in ogni caso avrebbe risposto alla convocazione della Nazionale ma ci va da protagonista, perché è in grado di giocare per fare gol, da centravanti. Ieri mattina ha raggiunto l'aeroporto di Napoli Capodichino, destinazione Africa. Il Senegal chiama, gli allenamenti riempiranno le sue giornate fino al 12 settembre, giorno dell'amichevole contro il Ruanda. 

Poi tornerà a Salerno e la Salernitana darà un'occhiata alla lista. In questo momento, pur tra comprensibili sospiri e legittima preoccupazione, la Salernitana ha in mente solo la lista dei convocati e Boulaye deve capeggiarla. Poi c'è una lista over con un posto che il club ha lasciato libero per cautelarsi, è innegabile. È accaduto sia perché un attaccante potrebbe sempre servire, sia perché Valencia non sarebbe rientrato mai più nei piani tecnici di Sousa e quindi cambiare in corsa per bruciare uno dei due slot di sostituzione in lista non avrebbe avuto senso. È ovvio che la Salernitana abbia anche dato un'occhiata alla lista degli svincolati (centravanti ma anche le seconde punte, perché poi dipende da come si considera Dia e dalla possibilità di utilizzare Ikwuemesi prima punta per vederlo all'opera) ma tutte le strade, dopo il provvedimento disciplinare, devono possibilmente ricondurre a Dia. In questo momento il calciatore ha il broncio: il Wolverhampton non è una squadra di prima fascia e ha presentato un'offerta/non offerta, ha cercato di forzare, probabilmente ha provato a mettere all'angolo e alle corde la Salernitana che ha risposto con stupore e sdegno. La richiesta di una gratuità e «poi vediamo per il riscatto» non è una trattativa.

 

Agli occhi del giocatore, invece, sull'onda emotiva, è parsa una chiusura della finestra sul cortile della Premier League, competizione alla quale tiene tanto. In aggiunta, è parsa una chiusura alle ghiotte possibilità di guadagno che probabilmente gli sono state offerte. La Salernitana farà il tifo per il Senegal e per una convocazione catartica, rigenerante. Poi Dia dovrà riallinearsi con entusiasmo, convinzione e consapevolezza. Innanzitutto consapevole del fatto che sia il migliore e che la Salernitana lo abbia coccolato da fuoriclasse, in rapporto ai propri parametri d'ingaggio.

La base di guadagno netto per Boulaye, che al Villarreal incassava 600mila euro in meno, è stata ed è di 1,9 milioni. Poi ha saputo meritare i bonus che aveva concordato: altri 400mila euro, legati a salvezza, presenze, gol e assist. I gol a Napoli e contro la Roma lo hanno trasformato in beniamino della folla. All'Arechi, sul terrazzino della sede, i tifosi gli intonavano cori e lui stentava a farsi avanti. Solo timidezza o anche un primo, inconscio ragionamento sul proprio futuro? Forse entrambe le cose. C'è un dato di fatto. La Salernitana non gli ha mai tarpato le ali, a patto che arrivasse un'offerta. Offrire significa pagare e farlo bene: la Fiorentina aveva proposto 12 milioni più Cabral e l'Everton aveva sondato senza imbastire. In questa storia di uomini, gol e affanni, la Salernitana è legata a Dia ma pure Dia è legato alla Salernitana. La sua dolce condanna è il gol. Se segna, ritorna in vetrina tra lustrini. Se rimugina, arriverà presto novembre. È il mese nel quale avrà già 27 anni. È l'età della maturità: conviene arrivarci segnando per continuare a cullare il sogno della Premier, quella che compra davvero. 

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