Avellino, Rastelli lascia o raddoppia? Il dubbio sul futuro del tecnico

Da Siena con Salvini potrebbe arrivare Cellitti come team manager

Massimo Rastelli al bivio
Massimo Rastelli al bivio
di Marco Festa
Sabato 29 Aprile 2023, 09:27 - Ultimo agg. 11:45
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Lascia o raddoppia. Non c'è mezza misura nel futuro di Massimo Rastelli e spunta un retroscena: Ernesto Salvini, prossimo direttore dell'area tecnica dell'Avellino, lo avrebbe voluto alla guida del Frosinone. Dopo il suo esonero a Cagliari, lo convocò per sondarne la disponibilità ma i tempi per l'esonero l'addio del tecnico a cui sarebbe dovuto subentrare si dilatarono e alla fine non se ne fece nulla.

Una stima di fondo del dirigente laziale nei confronti dell'allenatore di Pompei, dunque, c'è ma va contestualizzata rispetto alla situazione attuale: piuttosto paradossale date le premesse con cui lo scorso 20 ottobre è ufficialmente iniziata la seconda avventura di Rastelli sulla panchina dei lupi.

Pochi giorni prima, a Pompei, si erano presentati a casa sua il team manager Giuseppe Matarazzo, l'addetto stampa Alfonso D'Acierno e il direttore sportivo Enzo De Vito per capire se ci fossero i margini affinché tornasse. 

Di fronte alla richiesta di un contratto sino al 30 giugno 2025 il presidente Angelo Antonio D'Agostino virò su altri profili. Richiamò Rastelli poco più tardi per cercare una via di mezzo e arrivare alla firma del contratto. Per riportarlo, a furor di popolo, in biancoverde. E sì perché all'epoca il gradimento dei tifosi, anche dei tanti che ora vogliono la testa di Rastelli, non fu ignorato dal presidente. 

In prima persona D'Agostino avallò la soluzione di un vincolo sino al 30 giugno 2024 con rinnovo automatico fino al 2025 in caso di esonero, certo di voler avviare una programmazione a lungo termine.

In partenza era pienamente condivisa la visione per cui la stagione in corso avrebbe potuto essere di transizione.

Rastelli doveva essere il punto fermo da cui ripartire a prescindere dai risultati di un'annata già partita male, ma il disastro sportivo che si è consumato, con un mercato di riparazione che ha assecondato le sue richieste ma non le tempistiche ideali per la messa a disposizione dei rinforzi, è stato il principio di una clamorosa flessione.

Che ha avuto come conseguenza, la ricerca del colpevole che si è intensificata dal ko con la Virtus Francavilla quando la società non ha né confermato né esonerato il direttore sportivo De Vito. Quando ha scelto di non scegliere: la soluzione peggiore.

I giocatori in rosa che lo stesso De Vito aveva voluto hanno avuto la sensazione che ognuno andasse per la propria strada. Una percezione che si è insinuata nello spogliatoio fino a coinvolgere i nuovi arrivi che, esaurita la carica di motivazioni che gli hanno permesso di andare oltre una condizione non ottimale, hanno assorbito come una spugna l'aria di incertezza collettiva fino a eclissarsi.

Il preludio a un crollo verticale che ha contribuito alla mancata qualificazione ai playoff e ai playout evitati all'ultima giornata. La certezza è che Rastelli non si dimetterà. Anzi, è verosimile che abbia una feroce voglia di riscatto, ma è evidente che debba capire se ci sia voglia di fare quadrato intorno a lui da parte della proprietà e di Salvini: a cui non farebbe altro indicare, come a tutti i direttori con cui ha lavorato, il modulo e le caratteristiche degli interpreti di cui ha bisogno. L'ipotesi della risoluzione contrattuale potrebbe essere percorribile solo se Rastelli percepisse una sfiducia in controtendenza rispetto alla linea iniziale di ferma convinzione nei suoi mezzi o di una fragilità del club rispetto alle pressioni esterne. In quel caso non è da escludere un addio, ma soltanto a condizioni a lui favorevoli. Intanto da Siena rimbalza una voce: con Salvini arriverebbe ad Avellino anche Fernando Cellitti che andrebbe a ricoprire il ruolo di team manager. Cellitti ha lavorato a Frosinone e Viterbo come responsabile area comunicazione. 

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