Avellino in crisi: con Pazienza nuovo modulo e vecchi difetti

Un punto in tre giornate per i biancovedi

Michele Pazienza
Michele Pazienza
di Marco Ingino
Martedì 19 Settembre 2023, 13:32
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La pazienza ha un limite. Quella della maggior parte dei tifosi dell'Avellino è parzialmente saltata al novantaquattresimo della gara contro il Foggia sfociando in una pioggia di fischi che si è abbattuta sul Partenio Lombardi dove la vittoria manca addirittura dal 12 marzo scorso. L'improvvisa perturbazione di dissenso del tifo biancoverde, dopo la caldissima estate trascorsa tra sogni e desideri di una campagna acquisti faraonica, è stata la naturale reazione di un pubblico insoddisfatto e preoccupato, almeno quanto la proprietà, per l'orribile inizio di campionato: un punto in tre partite, tre reti subite e nessun gol realizzato. Numeri da profondo rosso che avevano già indotto la famiglia D'Agostino e la triade capeggiata da Perinetti, sulla scia della strisciante onda social delle polemiche, a dare il salatissimo benservito a Massimo Rastelli e il suo staff dopo appena 180 minuti. Nei successivi novantasei giocati domenica sera contro il Foggia, però, vittoria e gol non sono lo stesso passati per l'impianto di via Zoccolari malgrado Michele Pazienza, in appena cinque giorni, abbia provato ad incidere a due mani stravolgendo il modulo e lanciando nella mischia altri big come Rigione e Armellino.

La composizione del classico 3-5-2, opposto al 3-4-1-2 di un Foggia con il baricentro alto e la variabile Schenetti a gettare scompiglio tra le linee, ha purtroppo fatto registrare più di una crisi di rigetto. Soprattutto nel primo tempo la mancanza di equilibrio, già notata nell'era Rastelli al pari della enorme distanza tra i reparti, si è persino accentuata. Risultato a parte, che con un Patierno più freddo e lucido poteva addirittura essere beffardo per lo sciupone Foggia, Pazienza ha da ieri mattina avuto modo di analizzare con i suoi ragazzi cosa non è andato nell'applicazione di un modulo che alcuni interpreti naturali, come Tito, D'Angelo, Dall'Oglio e lo stesso Armellino, hanno completamente steccato persino nei movimenti basilari denotando, innanzitutto, anche un diverso passo rispetto agli avversari.

Un gap fisico e atletico quasi strutturale per le caratteristiche di Dall'Oglio, D'Angelo e Armellino che precedentemente Rastelli provava a camuffare con il possesso palla mentre, adesso, Pazienza vorrebbe eliminare con l'intensità e l'aggressività. Dove arrivano i meriti del Foggia e dove partono i demeriti dei lupi è comunque difficile stabilirlo anche perché in soli cinque giorni mister Pazienza non poteva di certo sperare far dimenticare a Benedetti e compagni tre mesi esatti di esercitazioni sulla difesa a 4 o i movimenti in mediana che, nelle intenzioni del mai applicato paradigma rastelliano, dovevano partire dal play (Palmiero o Pezzella) per poi essere rifiniti dal fantasista.

A rendere la vita di Armellino e compagni a centrocampo ancora più dura, domenica sera, è stata poi anche la mancata partecipazione al gioco delle due punte con Patierno che si è dannato l'anima, ma ha corso spesso a vuoto perdendo lucidità sotto porta, e Marconi che, con il passare dei minuti, si è eclissato recitando i misteri dolorosi con il suo marcatore.

Decisamente meglio, ma era anche fisiologicamente prevedibile, è andata con Palmiero in cabina di regia, che ha portato un po' di geometrie, il dinamico Falbo a sinistra e, soprattutto, Gori in attacco, più frizzante di Marconi e sicuramente compatibile con Patierno. Particolare che peserà da questa mattina sulla preparazione della sfida di giovedì a Potenza contro il Sorrento. Nel corso della seduta odierna si valuteranno le condizioni di Varela, per il quale persiste un certo pessimismo, mentre è sulla strada del recupero Maisto. In un'ottica di dosaggio delle forze, per contrastare un Sorrento che fa della corsa la sua arma migliore, al Viviani si profila una chance da titolare per Mulè, al posto di Cionek o Benedetti, Sannipoli, Palmiero e Falbo a centrocampo, ma anche uno tra Gori e Sgarbi in attacco al posto dello spento Marconi. 

 

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