Turris-Avellino 0-4: lupi secondi, i corallini tremano

Derby senza storia al Liguori: doppio Patierno nel primo tempo, poi De Cristofaro e Liotti inchiodano il risultato sul 4-0. Festa per i 500 irpini al comunale

L'esultanza dell’Avellino
L'esultanza dell’Avellino
di Raffaella Ascione
Domenica 7 Aprile 2024, 23:33 - Ultimo agg. 8 Aprile, 11:48
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Derby senza storia al Liguori. L’Avellino passeggia letteralmente sulla Turris imponendosi in scioltezza con un perentorio 4-0. Spartiacque del match, l’episodio del minuto 20, quando Maestrelli interviene in maniera scomposta in area ai danni di Patierno, rimediando il secondo giallo nel giro di pochi minuti e propiziando il penalty poi realizzato dallo stesso attaccante. Lo svantaggio e l’inferiorità numerica spezzano le gambe ai corallini, che – per quanto sostenuti da un Liguori gremito – non riescono più a rientrare in partita. Tutto fin troppo facile per l’Avellino, che trova il bis un dieci minuti dopo con lo stesso Patierno; poi, nella ripresa, le reti di De Cristofaro e Liotti.
Il successo consente ai lupi di portarsi al secondo posto – scavalcando il Benevento – in attesa del derby di domani sera fra le streghe e la Juve Stabia. Si complica maledettamente la corsa salvezza della Turris, adesso scivolata al quartultimo posto, scavalcata dal Monopoli.

La gara

Menichini sistema i suoi con il 3-5-2, confermando il terzetto difensivo di Cerignola; chiavi della mediana a Casarini; in avanti il tandem Maniero-Jallow.

Modulo speculare per i lupi, che si affidano al duo d’attacco Patierno-Gori.

All’ingresso dei sostenitori irpini nel settore ospiti – intorno al 7’ – gara sospesa per qualche minuto per il lancio di tre fumogeni in campo che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco. Dopo i tentativi velleitari – uno per parte – di Patierno e Casarini, arriva al quarto d’ora ed è di marca corallina la prima insidiosa soluzione offensiva: si spegne di un nulla sul fondo il tentativo dalla distanza di Casarini sugli sviluppi di un calcio piazzato rimediato da Saccani. Al 20’ l’episodio che sblocca e indirizza la gara: Maestrelli, ammonito poco prima, interviene in maniera scomposta su Patierno, rimediando il secondo giallo e propiziando il penalty poi realizzato dallo stesso attaccante (Marcone intuisce ma non ci arriva). L’occasione del raddoppio è clamorosa alla mezz’ora, quando Gori calcia dalla distanza centrando il palo; fuori misura il successivo tentativo di Patierno a porta sguarnita. Il gol e l’inferiorità numerica fanno sbandare la Turris, che concede progressivamente metri all’Avellino senza riuscire a prenderne le misure. Il raddoppio, inesorabile, arriva al 35’, ancora nel segno di Patierno, che stavolta fa centro di testa. Scaccabarozzi ci prova da posizione defilata ma la soluzione è sbilenca. Al duplice fischio s’accende un parapiglia che costa il rosso diretto ad Esempio e D’Ausilio. Turris quindi costretta in nove uomini, Avellino in dieci.

Nella ripresa arriva subito il primo cambio forzato per Menichini, che inserisce Ricci per Maniero. Due minuti e De Cristofaro firma il tris con una chirurgica conclusione dal limite. Doppio cambio Avellino al minuto 9: dentro Rocca e Sgarbi per Llano e Patierno; nella Turris Cocetta per Saccani, De Felice per Jallow e Pugliese per Franco. Liotti cala il poker al 13’, scaricando in rete a due passi dalla linea di porta su traversone dalla destra. E intanto il pubblico comincia a defluire dalla tribuna Strino. Girandola di cambi da una parte e dall’altra: nell’Avellino dentro Tito per Liotti e Palmiero per Armellino, quindi Marconi per Gori; nella Turris Nocerino per Scaccabarozzi. La gara si trascina fino al triplice fischio, che da il là all’esultanza dei 500 tifosi giunti da Avellino.

L’analisi di Menichini

 «Gli episodi nel calcio sono fondamentali. Dopo il rigore e l’inferiorità numerica è stata durissima per noi, eravamo di fronte ad una montagna da scalare, troppo dura per chiunque. Mi spiace per il pubblico, per tutti. In parità numerica sarebbe stata sicuramente un'altra gara, perciò di questa gara salviamo i primi venti minuti, in cui non abbiamo assolutamente fatto male. Perché non subito Ricci dopo il primo gol? Ho messo Saccani a fare da braccetto, per provare a sfruttarne la spinta». Tocca adesso ripartire, ma come? «Dimenticando questa serata, tenendone però ben presenti gli errori. Si riparte con e dalla voglia di riprendere il nostro percorso. Ho sempre detto che tutto si deciderà all’ultima giornata, perciò i conti li facciamo alla fine». 

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