Napoli-Inter, Simeone a caccia del bis contro la squadra del papà

Il Cholito favorito su Raspadori al centro dell'attacco

Giovanni Simeone
Giovanni Simeone
Giuseppe Taorminadi Pino Taormina
Domenica 21 Gennaio 2024, 08:00 - Ultimo agg. 19:57
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LLa riserva, se non la riserva della riserva. L'uomo del destino, un precario chiamato Cholito. Ovvero, il figlio del Cholo. Dunque, con un bel po' di sangue interista che scorre nelle vene: «Lo so che papà prima o poi andrà ad allenarli», disse Giovanni Pablo parlando di Diego e senza azzeccare la previsione. Ora che Simeone ha conquistato il posto da titolare, è chiamato a fare il bis del gol realizzato alla Fiorentina contro la squadra della famiglia. D'altronde, Mazzarri come può metterlo da parte? È un attaccante che dà sempre tanta gioia a tutto l'ambiente. Riad lo esalta, forse è l'aria delle gare che vanno vinte e basta, senza fare troppi calcoli. Lui vive un momento magico: d'altronde, sorprendeva sempre tutti con il sorriso, con la calma, con la mano sulla spalla anche quando non giocava neanche un minuto. Lo ha detto anche Walter Mazzarri: «Può anche non giocare, sta sempre dalla tua parte». E pure se questa stagione sembra carogna, ha reagito con equilibrio, aspettando il suo momento. E quando è arrivato, se l'è preso. Con la rabbia assassina di chi non urla mai il proprio dispiacere a vedere la vita scorrere in panchina. La squadra non gioca per lui ma con lui, e lui sa aspettare il momento, il pallone giusto. Primo tiro in porta contro la Fiorentina ed è arrivato il gol. 

Giovanni Simeone è il centravanti di quando eravamo piccoli, una specie di eroe dell'area capace di segnare in tutti i modi, potente ma veloce, scattante e forzuto. Pur non avendo il fisico da supereroe come invece Osimhen: ha accettato di essere terzo nella gerarchia. Ma non si è mai perso d'animo: per lui giocare al calcio vuol dire emozionare, divertire, rovesciare partite e destini. Giocare bene significa fare le cose che gli altri non sanno fare, e spalancare gli occhi alla gente. Come Simeone, che ha spalancato soprattutto la porta alla Supercoppa. È il terzo centravanti del Napoli, ora sta meglio di Jack Raspadori e tocca a lui imporsi.

Domani, tra gli azzurri, sarà ancora una volta il più atteso. Di fronte alla squadra del cuore di suo padre, l'argentino vuole risolvere la questione. Nelle 15 gare giocate contro i nerazzurri, Simeone ha segnato un solo gol, quando era alla Fiorentina. Ora, dopo i viola un altro pezzo del suo cuore: vero, non ci ha mai giocato. Ma quelli sono i colori amati dal padre che sogna di tornare in Italia per prendersi quella panchina. Non solo con Mazzarri, ma Simeone ha sempre sgobbato, quasi come un giocatore qualunque e non la prima punta. Un po' sono le indicazioni dell'allenatore, un po' dipende proprio dalla sua voglia di esplodere. Nella semifinale di Riad, è andato a cercare da solo i palloni che non gli arrivano più per grazia ricevuta, arretrando fino al cerchio di centrocampo. Ha visto da vicino il portiere avversario una sola volta nel primo tempo, quando gli ha fatto gol. In questo Napoli catenaccio e contropiede, lui deve attendere nell'ombra le vittime per avventarsi e dilaniarle. L'antico Simeone, quasi 30 anni, per ora ha vinto il ballottaggio sul giovane Jack. Intanto, ha accolto anche lui Traoré che si è allenato sullo stesso campo degli azzurri, ma visto che non mette piede su un campo di allenamento da due mesi, bisognerà avere un po' di pazienza. Ngonge è rimasto in hotel, stanco per il volo (è arrivato attorno alle 7 di ieri mattina). Se andranno in panchina domani? Possibile. Ma senza aspettarsi nulla. 

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