Ngonge rialza il Napoli: «Il quarto posto è ancora possibile»

«Siamo con Mazzarri e lavoriamo per fare il meglio»

Cyril Ngonge
Cyril Ngonge
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Domenica 18 Febbraio 2024, 09:00 - Ultimo agg. 19 Febbraio, 07:49
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Non intendono alzare bandiera bianca. Sebbene il volto dei protagonisti azzurri tradisca comunque l'amarezza per l'ennesimo (mezzo) passo falso patito stavolta in casa, al Maradona, contro il Genoa, e coinciso con i fischi dello stadio a fine partita. Il clima è teso, il morale sotto i tacchi. Come sempre in questi casi il capitano ci mette la faccia e l'attaccante suona la carica. Da un parte Di Lorenzo; dall'altra Ngonge. L'uomo assist e l'autore della rete del pareggio, in pratica. L'ex Verona ancora una volta si è rivelato prezioso, subentrando dalla panchina e dando il «la» alla riscossa che stavolta però si è fermata a metà del guado. 

Cyril Ngonge ha ricevuto palla da Di Lorenzo spalle alla porta in piena area avversaria ed è stato lesto a girarsi all'altezza del dischetto, fulminando Martinez nell'angolino.

Per l'attaccante belga si tratta del primo gol in azzurro (il settimo della stagione), Ma l'attaccante non ha molta voglia di festeggiare. «Non posso essere felice per questo gol - ha detto senza mezze misure - Il risultato non ci sorride. Non è quello che avremmo voluto: al Maradona bisognava vincere». Una pausa e aggiunge. «Non solo per noi, ma anche per i nostri tifosi. Non posso esultare per questa rete. Cosa manca al Napoli? L'unica cosa che posso dire è che lavoriamo tanto e duramente durante gli allenamenti: sapevamo che dopo uno scudetto è sempre difficile, noi ci stiamo impegnando tanto e ce la stiamo mettendo tutta. Sono sicuro comunque che i punti arriveranno». Ngonge guarda avanti. «Abbiamo l'occasione di rifarci immediatamente mercoledì prossimo in Champions contro il Barcellona». L'attaccante fissa gli obiettivi e respinge al mittente ogni segnale di resa. «Abbiamo due obiettivi nel mirino: il quarto posto in campionato è uno di questi; la qualificazione ai quarti di finale è un altro. Siamo convinti che possiamo farcela». Ngonge è uno degli ultimi arrivati nel mercato di riparazione di gennaio, ma parla già come un veterano. Quando gli si chiede se la squadra è con Mazzarri, il belga non ha dubbi. «Siamo al cento per cento con l'allenatore. Non voglio neppure sentirla dire una cosa del genere. Siamo con Mazzarri e lavoriamo tutti insieme per fare il meglio possibile». 

 

Giovanni Di Lorenzo punta l'indice sulla scarsa continuità di risultati che sta avendo il Napoli in questa tormentata stagione agonistica. «Manca la continuità anche all'interno della gara stessa - ammette il cursore di fascia che ha sfornato ieri il suo quinto assist stagionale - Facciamo frazioni di gioco buone e altre meno buone». L'analisi del capitano è lucida. «Non riusciamo ad essere concreti con le occasioni che creiamo. Manca sopratutto quello». Quando gli si fa notare che il Napoli ha quasi bisogno di prendere un ceffone per svegliarsi da un torpore nel quale sembra cadere sistematicamente durante ogni match, Di Lorenzo rincara la dose. «È così, ma non dovrebbe essere così: non dovremmo aspettare di prendere gol o subire momenti di difficoltà per avere una reazione. Ieri siamo partiti anche abbastanza bene e poi siamo venuto fuori con la qualità e con i giocatori offensivi e cercato di riprendere la partita contro un Genoa che si è difeso bene. Non dimentichiamo poi che è sempre difficile ribaltare le gare. Per fortuna è arrivato almeno il pareggio, ma non siamo certo contenti del punto perché volevamo vincere per il quarto posto che vale la qualificazione alla prossima Champions league». L'ammonizione subita ieri lo costringerà a mordere il freno domenica prossima a Cagliari (era diffidato e salterà la sfida in terra sarda). Giallo a parte è sembrato che la squadra intera fosse eccessivamente nervosa. «La differenza tra un giocatore normale ed un giocatore forte deve essere proprio questa - ribatte Di Lorenzo - Non deve stare tanto a pensare a quel che accade all'esterno, ma soltanto a fare la giocata migliore. È vero che quest'anno in casa non stiamo raccogliendo quello che produciamo: ci dispiace per noi e per i tifosi. In casa ci sta mancando qualcosa, ma non certo per la pressione della piazza». Il capitano si congeda con una sorta di chiamata alle armi per i suoi compagni. «Napoli è una piazza importante con grandi tifosi che ci spingono tutta la partita. Siamo noi che dobbiamo fare qualcosa in più per cercare di trascinarli di nuovo con noi». 

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